A testa alta, niente lezione USA a Ca' Rasi

4 settembre 2014
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Petrarca Basket 70 – 82 Dartmouth (17-20, 35-42, 60-66)

Ma che bella serata di basket. La curiosità per la prima esibizione del Petrarca davanti al pubblico amico e l’inossidabile spirito di appartenenza per una società che vanta 80 anni di gloriosa storia si sono perfettamente amalgamati alla palestra Ca’ Rasi per la sfida con i giovani americani del Dartmouth, squadra di Ncaa, ma almeno di questa terra, lontana anni luce dagli spaziali Michigan già assaggiati e digeriti qualche giorno fa a Vicenza. Gli allora 116 punti subiti sono scesi a 82, il bottino è invece salito da 53 a 70. Il risultato finale di 82-70 per la formazione del New Hampshire conta relativamente, contano invece gli evidenti progressi della squadra di Claudio Corà e il notevole entusiasmo sugli spalti, dove si sono dati appuntamento in trecento.

Il match – Gatto (premiato alla fine come MVP) e compagni sono rimasti in partita quasi fino alla fine, concedendosi nel terzo parziale – 25 punti segnati – anche un break di 10-0 agli avversari. I parziali di 17-20, 35-42 e 60-66 testimoniano, fino a che il Petrarca ha goduto di sufficiente energie fisiche, di una buona difesa, una certa disinvoltura nei giovani; significativo a tale proposito un canestro di Cecchinato, classe 1997, nel quarto parziale, realizzato con la tranquillità e la freddezza di un veterano.
Il Petrarca nel secondo quarto si è anche trovato in vantaggio 31-28, dando l’impressione di poter prendere relativamente in mano la partita. Una curiosità: la squadra bianconera ha raggiunto quota 53 (il punteggio realizzato con Michigan Wolverines) già nel terzo quarto, a 12 minuti e 16 secondi dalla fine. Anche questo riscontro numerico, pur tenendo conto della differente qualità degli avversari, dimostra che il progresso è tangibile.

Qui Liviero – A fine partita il presidente appariva visibilmente soddisfatto. Il giorno dopo, ecco il suo commento: “Sono contento, ho visto un bell’ambiente e tanto entusiasmo da parte dei tifosi. Siamo consci di avere fatto ripartire una situazione che mancava, e questo ci dà impegno e stimolo. Per fare bene abbiamo bisogno di tutti. A Ca’ Rasi ho visto gente che non veniva da un pezzo, vuol dire che crede nel progetto Petrarca. Abbiamo un bel gruppo, e uno staff per la prima squadra sicuramente all’altezza”.

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Qui Corà – L’allenatore petrarchino comincia con una precisazione: “Non erano i Michigan, che si collocano tra i primi cinque college americani, ma comunque appartengono a una lega importante. Abbiamo tenuto botta e alla fine il loro tecnico ci ha fatto i complimenti. Prima della gara, ho parlato con lui, mi ha spiegato la sostanziale differenza tra la loro manovra e la nostra in Italia: noi attraverso attacchi perimetrali e deboli nel gioco “inside”, loro invece sfruttano gli inserimenti”. Come in effetti si è visto in molte occasioni.
“Ho visto buone cose in difesa – continua Corà – e bel gioco a sprazzi, il cui risultato veniva però annullato da loro in un minuto e mezzo… Dobbiamo lavorare molto in questo mese che ci separa dall’inizio del campionato”.

L’avversario – Volti da ragazzini, e non poteva essere diversamente, trattandosi di atleti di età compresa tra i 17 e i 21 anni. “Secondo me potrebbero giocare – una valutazione naturalmente a spanne – in B2” ha commentato il mitico coach Rebellato, seduto accanto a noi. Una partita vera, tanto che l’intera panchina del Dartmouth scattava in piedi prima ancora che il pallone entrasse nella retina. Corà sottolinea: “Abituati a vincere, pensano di giocare con gli Emirati Arabi, ma anche noi in Italia abbiamo qualcosina da dire sul campo…”.

Causin – Il giocatore, rientrato dal Brasile, effettua oggi pomeriggio (martedì) il suo primo allenamento con i nuovi compagni di squadra. Un recupero importante, nell’attesa che si concluda la trattativa per Prandin, che nel match con gli americani è uscito anzitempo per problemi alla schiena.

Il pubblico – Magnifico. Come detto 300 appassionati per la prima esibizione casalinga del Petrarca, anche qui come a Vicenza con la coreografia del gruppo majorettes di Malo. L’inno di Mameli è stato cantato in coro, e qualche spettatore lo ha accompagnato con la mano sul cuore. Lo speaker americano (di Vicenza), bravo e simpatico, sarà confermato per l’intera stagione.

Paolo Donà