Serie C: il racconto di un grande campionato

8 maggio 2015
Serie_C_Femminile_Fumane_Basket_2015_esultanza.jpg

Un inizio con mille dubbi
E’ una stagione nuova quella per le ragazze di coach Alessandra Giardini. Una stagione delicata, perchè per la prima volta affrontiamo il campionato di C femminile. Il ripescaggio estivo (meritato, dopo tre anni ai vertici della Promozione femminile), non ci fa dormire sonni tranquilli: saremmo mai state all’altezza della categoria? Di fronte avevamo la consapevolezza di incontrare veri e propri squadroni, compagini dove le giocatrici avevano esperienze anche in categorie superiori, alcune società che pagano le giocatrici, mentre da noi, le ragazze pagano la loro quota associativa, come tutti gli altri tesserati, dal minibasket in su! Senza contare le trasferte infinite dal punto di vista di chilometraggio.
Come se non bastasse, in estate ci lasciano tre delle migliori giocatrici della cavalcata di Promozione: Sara Quintarelli (94), Martina Riva (96), Roberta Martini (89), tutte per motivi personali. E in novembre, per motivi di lavoro, anche Francesca Busato (90) lascia il gruppo, insieme a Cinzia Passamonti (82). Siamo poche, non siamo la squadra dell’anno scorso, affrontiamo un campionato nuovo e molto difficile: tutti i presupposti sono quelli per vedersi di fronte il burrone, cioè un’annata fallimentare.
E l’inizio non è buono: 7 sconfitte in altrettante partite. Non riusciamo ad abituarci al gioco fisico della Serie C e al metro arbitrale (soprattutto in trasferta), la squadra non è contenta (qualcuna si chiede se la scelta estiva sia stata quella giusta), coach Alessandra Giardini è delusa e pensa di rassegnare le dimissioni, la squadra è ridotta all’osso e gli infortuni non aiutano (Perazzoli (83) legamento crociato: stagione finita, Viviani (98) legamento crociato: stagione finita).

Dicembre: il mese della svolta
La sconfitta di Mirano (58-44) di fine novembre è quella che fa traboccare il vaso e la società decide di intervenire. Anche perchè dei margini di fiducia c’erano eccome: solo contro Garda le nostre non avevano giocato, addiritura a Venezia contro la prima in classifica se l’erano giocata punto a punto fino allo scadere e prima di Natale c’erano da affrontare alcune formazioni di bassa classifica come noi. Quindi la società parla alle ragazze, ribadisce il concetto che la scelta della Serie C è stata quella giusta, perchè la squadra in campo ci sa stare eccome, conferma la fiducia ad Alessandra e le affianca un vice-allenatore, Christian Leso, che possa dare nuovi entusiasmi e nuove idee nel gruppo. E avviene il cambio di rotta. Due vittorie (Piovese e Conegliano), una sconfitta di misura a Bolzano e una grande prova contro Olimpia. Abbiamo dimostrato di esserci e con l’anno nuovo dovranno arrivare le conferme.

2015: in questa C ci posso stare anch’io!
Perdiamo al supplementare a Marano Vicentino, battiamo Trento, perdiamo di 3 contro Padova prima in classifica, battiamo Junior San Marco. La squadra è forte, ritrova la quadratura del cerchio, sta bene (anche se c‘è sempre qualche infortunio che rovina la settimana), crede nella salvezza. Questa consapevolezza è comune in tutto l’ambiente e adesso c‘è la convinzione che questa Serie C non sia cosi impossibile. E’ vero, mancano ancora le vittorie contro una grande squadra e in trasferta, ma abbiamo dimostrato a tutti, a noi per primi, che in questo campionato ci possiamo stare anche noi. Nonostante tutto!

Marta Romanelli, ma non solo
La squadra ha fiducia, è trascinata da una Marta Romanelli straripante, che procede al ritmo di 15 punti di media a partita (oltre 400 punti in regular season, terza miglior marcatrice del torneo): lei che è di Fumane, che ha iniziato nel 2002 proprio con la società, che adesso allena le Under 13 e che insegna basket nelle scuole. Il simbolo della squadra ci trascina, ma le altre non sono da meno: la freddezza di Marcella Bianchi, i funambolismi di Claudia Abriotti, le geometrie di capitan Elena Bazzoni, l’atletismo incontrastato di Valeria Bernini, la presenza sotto canestro e nello spogliatoio di Alberta Betteli, la grinta di Michela Armani, la costanza di Daniela Galvani, la tenacia di Anita Girelli, la passione di Francesca Frapporti, la freschezza di Ludovica Lunigiani. Senza dimenticare chi ha iniziato la stagione come Federica Perazzoli, Elena Viviani, Francesca Busato e Cinzia Passamonti, chi è arrivata a fine campionato come Silvia Fasoli, chi ha giocato una partita soltanto come Roberta Martini, chi ha dato una mano negli allenamenti come Giuditta Todesco, Noemi Todesco, Arianna Tomelleri e Melany Woode…
Tra febbraio e marzo la squadra colleziona 5 vittorie su 7 partite, batte due delle più forti del torneo (Quinto e la capolista Virtus Venezia), centra le prime vittorie in trasferta e fa emozionare il pubblico, anche quando perde dopo due tempi supplementari come con Mirano. La speranza di salvezza è più che mai concreta. Anzi… si culla addirittura il sogno play-off!

Finale alle ortiche
Il finale di stagione però è orribile. La sconfitta di Castelfranco Veneto taglia le gambe, quella successiva a Ravina dà il colpo del ko. Siamo ai play-out e a nulla serve l’ultima uscita casalinga. Praticamente in due partite buttiamo alle ortiche due mesi di grande basket: il sogno di una salvezza tranquilla, impensabile ad agosto, adesso diventa un incubo. I play-out sono una scommessa: sappiamo di essere più forti di Ravina e di avere il fattore campo a favore, ma arriviamo da un periodo negativo, avere troppa pressione non ci fa bene e non stiamo benissimo di salute (nell’ultimo periodo, causa problemini e infortuni vari, ci alleniamo spesso in 8!). Cosa accadrà?

Play-out: dalla tensione alla gioia, dalla paura alle lacrime di felicità
Iniziano i play-out. Fu.Sa-Ravina da una parte, Olimpia GB-Conegliano dall’altra. La paura c‘è, è innegabile. Arriviamo a gara-1 non molto cariche, ma concentrate. Per fortuna le nostre avversarie non ne approfittano e trascinate da un grande pubblico portiamo a casa l’1-0. Gara-1 mai in discussione: sempre sopra noi, spesso anche di 10 punti, con le trentine che si aggrappano solo ai tiri da 3 e, l’unica volta che ci hanno agganciato, le abbiamo staccate di nuovo. 45-39 meritato e tutti a Trento. Dove non facciamo i conti con pubblico e allenatore di casa capaci di provocare e innervosire e con una giocatrice che ci segna 32 punti! Perdiamo, ma fino a fine del terzo periodo eravamo sopra di 5. Ci sta perdere in trasferta, però adesso c‘è una gara-3 emotivamente molto tesa. Ma ci arriviamo molto cariche e con un allenamento il 1° maggio tra i migliori della stagione! Il punteggio è basso, gli arbitri fischiano poco e non benissimo, il pubblico di casa aiuta molto la squadra, le rotazioni non funzionano. Vinciamo con un punteggio da minibasket (35-31), ma quel che conta è portare a casa la salvezza! Una salvezza strameritata, se si considera che nelle tre sfide con Ravina siamo stati sotto solo per 10 minuti, nell’ultimo periodo di gara-2: negli altri 110 minuti di partite siamo sempre stati in vantaggio… Qualcosa vorrà pur dire! E’ la vittoria del gruppo, è la vittoria del vice-allenatore Christian Leso, arrivato a novembre senza esperienza nel settore femminile e capace di calarsi umilmente nel ruolo di aiuto coach con grande professionalità. Ma è soprattutto la vittoria di coach Alessandra Giardini, che ha preparato una grande squadra, ha tenuto botta quando c’era da farlo, è scesa in campo per necessità, si è pure rotta una gamba e ha sudato per questa squadra più di ogni altro. La vittoria è molto opera sua! E’ un po’ anche la vittoria del signor Brunetto di Fumane, diventato l’amuleto casalingo della squadra: le uniche partite che ha visto lui a S.Ambrogio sono quelle che abbiamo vinto!
Resterà una stagione da ricordare! Brave ragazze! Noi C rimaniamo! Arrivederci all’anno prossimo!

da http://basketfusa.blogspot.com