Oscar del basket padovano: premiati Mozzo, Scaramuzza e Gorgone

2 maggio 2017 AUTORE: UBP-Cadelfa
Oscar del basket padovano: premiati Mozzo, Scaramuzza e Gorgone

È andata in scena sabato al ristorante Miravalle di Montegrotto la cerimonia di premiazione della prima edizione degli Oscar del basket padovano, iniziativa ideata da Rolly Marchi e dai suoi Stingers, la formazione di vecchie glorie in cui milita anche l’ex Petrarca Gherardo Bonetto e che quest’anno festeggia il ventennale d’attività.

Ben tre i rappresentanti dell’Unione Basket Padova, premiati nel corso dell’evento presentato dall’attore teatrale e conduttore radiofonico Andrea Righi. La cerchia di dirigenti storici insigniti annoverava il diesse della prima squadra di C Gold del Guerriero Padova, Ferdinando Mozzo, che ha ricevuto l’Oscar direttamente dalle mani del presidente Antonio Vendraminelli. «Mi sono ritrovato nel mondo della pallacanestro senza aver mai giocato in vita mia – racconta Vendraminelli –. Tutto ciò che ho imparato di questo sport nel corso dell’ultimo decennio lo devo a Ferdinando. Devo dire che a volte mi sorprende perché mi sembra sia veramente la memoria storica della palla a spicchi padovana. In lui ho trovato un partner di lavoro e divertimento insostituibile».

L’Oscar di migliore giocatrice e miglior coach del settore femminile sono poi andati al play-guardia Giulia Scaramuzza e a Carmelo Gorgone del Guerriero Cadelfa, che hanno ritirato il premio rispettivamente da Roberto Rugo, dirigente della Virtus, e dallo stesso Vendraminelli, affiancato per l’occasione dal vicepresidente cadelfino Sebastiano Barusco. Scaramuzza e Gorgone non si sono sottratti al fuoco di fila generato dalle domande di Righi.

«Quest’anno mi sono trovata bene con il coach e i suoi metodi per quanti si dica sia piuttosto duri non mi hanno mai spaventato, anzi hanno rappresentato uno stimolo a far sempre meglio – ha detto Scaramuzza – L’emozione più grande mai provata finora nel basket? Sicuramente lo scudetto Under 19 vinto con la Reyer Venezia nel 2013».

«Ho avuto la fortuna di allenare una squadra di persone intelligenti – ha rammentato Gorgone –. Abbiamo scavato a fondi dei problemi per trovare una soluzione. Ero consapevole del valore delle nostre giocatrici, ma se siamo riusciti a svoltare la stagione lo dobbiamo anche al supporto di una società, che ha creduto fino alla fine nel nostro gruppo».