Messori: "La passione per il basket non si può fermare"

20 novembre 2020
Messori: "La passione per il basket non si può fermare"

Niente può fermare la passione per la pallacanestro. La pensa in questo modo Umberto Messori, storico dirigente del Basket 2000 nonché uno dei volti noti della palla a spicchi reggiana, che spiega come la società abbia scelto di intervenire in questa “seconda ondata” per proseguire nella propria attività.

Come società avete scelto di non fermarvi: come avete scelto di gestire la situazione?
“In questo momento stiamo utilizzando alcune strutture cittadine per allenarci all’aperto, rigorosamente divisi in gruppetti, in forma individuale e distanziati. Gli allenatori delle squadre più grandi sono disponibili anche per consigli personalizzati su richiesta. Dopo l’esperienza di organizzazione della ripartenza, ci siamo saputi subito adattare con tutte le norme di prevenzione: era doveroso trasmettere un segnale, fare sapere alle famiglie che noi ci siamo. La risposta è stata strabiliante, la passione non si può fermare!”.

Non tutti, tuttavia, hanno intrapreso la medesima strada: alcuni hanno optato per le lezioni online, altri per interrompere del tutto la loro proposta.
“I nostri tesserati ci hanno dimostrato fin dai primi allenamenti che sarebbero stati disposti a tutto pur di tornare in palestra. Noi ci siamo fatti trovare pronti, poi nuovamente lo stop. Questa seconda frenata metterà a dura prova l’entusiasmo dei giovani, per questo abbiamo intravisto nei campetti un’opportunità per tenerli coinvolti finché possibile. Aggiungiamoci pure che il basket con queste regole è più penalizzato rispetto ad altri: il calcio, ad esempio, può continuare gli allenamenti con una programmazione pressoché invariata grazie alla sua natura outdoor. Nessuna polemica ma, a mio avviso, le regole avrebbero dovuto quantomeno mettere tutto lo sport di base sulla stessa barca, senza differenze, e questa è l’altra motivazione che ci ha spinto ad optare per gli allenamenti all’aperto”.

Una soluzione del genere può durare?
“Quando il meteo ce lo impedirà, passeremo inevitabilmente alle attività online: allenamenti di gruppo in video, individuali su richiesta, contest e gare per i più piccoli. Sono sicuro che i nostri allenatori sapranno adeguarsi alle esigenze. Non è di certo il massimo, ma l’obiettivo è chiaro: fare di tutto per far tenere attaccati i ragazzi. In più gli addetti ai social hanno alcune idee allo studio, tra le quali la riapertura del nostro Podcast, che aveva riscosso molto successo durante il primo lockdown. Visti i preoccupanti silenzi da parte della nostra Federazione, sia a livello locale che nazionale, potrebbe essere un’idea ospitare qualche esponente delle società reggiane e creare un sano dibattito su problemi e soluzioni”.

Quale può essere lo scenario futuro?
“Purtroppo l’abbandono precoce è un problema che esisteva già prima del Covid in tutte le discipline. Questa è una ulteriore mazzata, soprattutto per gli sport di contatto e indoor come il nostro, che rischia di vedere molti abbandoni. Oltre a questo, per le società, esiste il problema sponsor, ovvero la maggior fonte di sostentamento: comprensibilmente le aziende fanno più fatica a sostenerci, questo però ci porterà inevitabilmente a chiedere uno sforzo in più ai nostri interlocutori. Un altro problema è l’enorme incertezza: come fanno le società sportive a programmare in un tale clima? Senza aiuti l’unico modo per ricostruirsi sarà mettere insieme le forze”.

Come vi siete comportanti con le quote dei ragazzi?
“Nelle scorse settimane abbiamo deciso di non riscuotere ancora nulla, proprio in previsione di una eventuale nuova chiusura. Con la ripartenza faremo delle compensazioni per chi aveva saldato la scorsa stagione sportiva, cercando di fare il possibile per andare incontro alle famiglie”.

Qualcuno ha sollevato il problema palestre: lei che ne pensa?
“Non possiamo lamentarci, visto che con i nostri sforzi ed una stretta collaborazione con la Fondazione siamo riusciti ad impostare un certo tipo di impianto in viale Primo Maggio. In generale però si potrebbe fare di più, alcune palestre avrebbero urgente bisogno di un intervento, ma i tempi per i lavori sono sempre troppo lunghi. Volevamo esprimere la nostra solidarietà all’Arbor, che dopo 3 anni si ritrova ancora senza un impianto importante come la Ex Gil. Una situazione semplicemente inaccettabile”.

Uff. Stampa Basket Jolly 2000 Reggio Emilia