Serie A GIBA 2016-17, confermato il sussidio di solidarietà ai giocatori senza squadra per il prossimo AS

7 settembre 2016 AUTORE: ANDRE#9
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La GIBA si conferma modello fra le associazioni di atleti a livello europeo, mantenendo il sussidio ai giocatori senza squadra anche per la stagione 2016/2017. Un progetto che vede l’associazione italiana prima e unica, al momento, ad adottare un simile provvedimento nel nostro continente.

Il sussidio, proposto per la prima volta nel 2015, è stato fortemente voluto dai giocatori componenti del Direttivo GIBA anche per il 2016, come tangibile segnale di solidarietà verso i colleghi di lavoro meno fortunati. Di più: è stato raddoppiato, visto che lo si potrà percepire per 40 (quaranta) giorni, invece dei 20 (venti) giorni dello scorso anno.

I giocatori di basket iscritti alla GIBA che saranno quindi senza squadra, nel periodo compreso fra il 3 e il 14 ottobre 2016, potranno usufruire del sussidio se hanno più di 23 anni, nella stagione 2015/2016 hanno giocato nei campionati di A, A2, B e hanno già giocato 5 stagioni in campionati nazionali. Prevista la possibilità di riceverlo anche per le giocatrici di A1 femminile.

Le richieste saranno vagliate in ordine di arrivo e soddisfatte a seconda del budget a disposizione.

In merito al progetto, questo il pensiero dell’avvocato Alessandro Marzoli, Presidente della GIBA:

«Noi siamo l’associazione che tutela gli interessi dei giocatori di basket in Italia e ci prendiamo cura di loro anche fuori dal campo. Il nostro impegno per sostenerli anche verso la fine della carriera si è arricchito da due anni di una misura di sostegno per quelli che non trovano lavoro. Un progetto pensato dagli stessi giocatori, che desidero ringraziare per l’impegno profuso, che ci ha portato ad essere un modello da studiare a livello internazionale. In questi anni stiamo insistendo per incentivare l’accesso allo studio e la formazione per il post carriera dei nostri ragazzi. Questa misura aggiuntiva, che per noi è motivo d’orgoglio, tende a far sentire la vicinanza dell’associazione agli atleti momentaneamente senza lavoro, in modo che possano vivere più serenamente un periodo di debolezza o di difficoltà, magari a causa di un infortunio».