Intervista a Roger Zovatto

14 febbraio 2018
Intervista a Roger Zovatto

Roger Zovatto
Vi chiedete chi è?
È il nonno del nostro playmaker Matteo Norbedo, in virtù dei suoi trascorsi cestistici parliamo un po’ con Lui del “Nipotino”.

Roger, ti presenti ?
“Ho sessantasei anni ho iniziato basket a dieci, smettendo a sessanta. Da giocatore sono arrivato fino alla A2 e da allenatore ho allenato femminile portando una squadra da zero fino alla A2 e vincendo un titolo italiano allieve (l’odierna under 18) a Caltanisetta nel ‘79 ( contro il Pescara di Perazzetti ). Poi nell’ottantatre sono Diventato vice di D’Amico in A1, poi vice di De Sisti sempre in A1 per due anni vice di Tanjevic per altri due anni. Sono stato capo allenatore della squadra Juniores partecipando a tre finali nazionali, vincendo nel ’90 il titolo italiano a Forlì contro Rimini di Carlton Myers. In seguito ho allenato in C1, sfiorando la promozione di 2 punti (due punti di campo non di classifica) e ho allenato come capo allenatore in B1. Poi ho svolto solo allenamenti personalizzati (De Pol, Pecile i più famosi). Curioso che ho avuto per assistenti parecchi allenatori che hanno fatto carriera (Comuzzo, Steffè). Infine sono stato nominato dalla federazione Allenatore Benemerito.”

Da nonno che mi dici di Matteo?
“Matteo è il secondo dei sei nipoti che ho, dei sei, quattro si sono dedicati al basket seguendo le orme dei fratelli o cugini maggiori. Come ragazzo si è sempre dimostrato bravo e ambizioso, infatti basket e ora università sono le sue priorità. Naturalmente di ciò ne siamo tutti orgogliosi in famiglia”

Da allenatore come lo vedi?
“La capacità che riconosco maggiormente in Matteo è che nei momenti di stress lui non si spaventa, ha il cuore di una tigre. Altra dote è sicuramente il cambio di velocità e soprattutto il sapere quando adottarlo. Altro fatto importante, se analizzo come allenatore, è che con lui in campo il quintetto rende, anche se a volte non fa miracoli in attacco. Sui difetti, qualcuno ce n’è, ha la caparbietà nel migliorarsi.”

Gli manca qualcosa per un salto di categoria?
“L’opportunità, cioè trovare una società e un allenatore che gli diano l’occasione. Purtroppo il più delle volte le gestioni allenatore e minutaggio del giocatore sono stabilite dal rapporto società, allenatore e procuratore.”

Che cosa pensi dell’avventura con il Formia?
“Ho conosciuto il Vostro ambiente poco per poter dare un giudizio, senz’altro le persone che Matteo mi ha presentato, coach Di Rocco e il GM Tartaglione si sono prodigati al massimo per agevolare il suo inserimento nella realtà Formiana (spero si dica così), poi il resto lo so da quello che mi viene raccontato. Sicuramente il buon minutaggio gli permette ora di acquistare quella sicurezza che certamente gli permetterà di fare un ottimo finale di campionato.”

So che è molto legato alla nonna e che la fa “arrabbiare” con i tatuaggi.
“La nonna accetta, ma non approva. Matteo ha due nonne e una bisnonna in gamba, alle quali è molto legato. Parlando della nonna “tatuaggio” bisogna dire che è colei che gli ha insegnato a nuotare (in quanto nuotatrice in gioventù) poi è quella che lo ha portato a sciare, (fra l’altro Matteo scia e gioca a calcio molto bene),mitica è stata la sciata della grande guerra, in un giorno 100 km di pista. Fatevi raccontare da lui!”

Uff. Stampa Formia Basketball