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Bolshakov e la sua libertà di gioco, cresce la fiducia della Pallacanestro Cantù
Ebbene, il gioco libero e senza pensieri di Bolshakov ha regalato quattro punti ai brianzoli, che si trovano ora al 12° posto con 8 punti, a sole due lunghezze dalla zona Final eight; vero, non è affatto il caso di parlare di Coppa Italia, né tantomeno di playoff, ma la reazione dei biancoblu ha risollevato gli animi e gli applausi dei tifosi, che hanno potuto sostenere un gruppo di ragazzi capace di non arrendersi.
La Pallacanestro Cantù non ha mollato a Varese quando i padroni di casa sono rientrati (è anche giusto sottolineare che Varese non se la passava benissimo, ma un derby è sempre un derby) e non si è abbattuta nemmeno contro Avellino, quando la Sidigas è volata sul +10 a 8’ dalla fine, e tutto sembrava perduto.
Quindi, cosa è cambiato? Come detto i canturini sono stati lasciati più liberi di giocare, e paradossalmente si è visto più gioco di squadra, più coinvolgimento da parte di tutti, soprattutto nel momento in cui, contro gli irpini, Cantù si è ritrovata a dover ribattere colpo su colpo. Chiaro che Johnson si è reso autore della partita perfetta, ma se con qualche flashback torniamo alla sfida di lunedì, alcune giocate difensive ed offensive sono frutto della fiducia reciproca: Callahan che allunga la difesa e procura la palla persa di Ragland sul 53-59, Pilepic che pur avendo 0/8 dal campo viene coinvolto per la tripla del 56-59, la stessa guardia croata che non cede la sfera a Waters perché sfrutta un blocco, si butta dentro e apre proprio per il suo play, libero di segnare da tre punti per il 68-67. E infine è sempre Waters all’ultimo secondo a consegnare l’assist a Darden, che si guadagna i liberi della vittoria.
In tutto questo la classe di Johnson ha surclassato tutti, che sia un giocatore fenomenale non lo si scopre oggi, ma non è un caso che sia esploso in questo modo contro Avellino, riuscendo a sfuggire a Fesenko, colpendo dalla distanza e garantendo una buona difesa. La fiducia (e forse gli allenamenti meno pesanti) hanno creato una piccola svolta, ma guai a rilassarsi, perché questo ritmo Cantù non potrà sostenerlo per sempre, e si aspetta quindi l’aggiunta nel ruolo del 4 e poi teoricamente del 5, per dare fiato a Johnson e Darden.
Pare giusto, infine, spendere due parole su Rimas Kurtinaitis, uno che ha fatto la storia del basket da giocatore e la sta facendo da allenatore. Il lituano è arrivato in Brianza con la sua idea di pallacanestro e mai al mondo l’avrebbe cambiata, e questo si scontrava con i giocatori a disposizione, alcuni non eccellenti dal punto di vista di “lettura del gioco” come Gani Lawal; se poi aggiungiamo un roster risicato anche a causa degli infortuni, Kurtinaitis si è ritrovato in una situazione a cui non era abituato, e ha cercato in tutti i modi di seguire la sua linea che però i giocatori non condividevano.
Può succedere, specie se la squadra ha affrontato una breve pre-season, quindi ora non resta che lavorare con questi ragazzi, credere in Bolshakov (e nell’eccellente aiuto di Marco Sodini) e valutare con attenzione le pedine da aggiungere. Senza però aspettare troppe settimane
Canturino.com