ED Sport A lezione con Michael Jordan

28 agosto 2015
A lezione con Michale Jordan

Dieci giorni da sogno in California, dall’1 all’11 agosto, al Michael Jordan Flight School Camp: stare a contatto dello sportivo più famoso di ogni tempo, vederlo in azione, farsi fotografare. Emozioni non da tutti: le hanno provate i quattro ragazzi veneti che vi hanno partecipato, Simone Bacchin e Rocco Matteotti di Mogliano, Simone Cremonese di Bassano e Francesco Bortoluzzi di Mestre. L’esperienza è raccontata da Antonio Mormile, presidente di EdSport e amministratore di Amc Eventi e Comunicazione, la società che ha sottoscritto un accordo con l’Edisa di Rodolfo Fonseca, corrispondente mondiale del camp. «A Los Angeles tre giorni di pura vacanza: lo Staples Center, Hollywood, una giornata allo Universal Studio, alle Six Flag (un enorme parco divertimenti, ndr) e Nike Town. Poi trasferimento di 250 km. all’Università di Santa Barbara per il camp. Il primo giorno abbiamo potuto vivere tutta la carriera di Michael Jordan, uno capace di spostare la borsa di Wall Street quando annunciò il suo rientro con le azioni di Nike sospese per eccesso di rialzo. Quando è entrato nel campo principale con il suo sorriso inconfondibile, l’emozione mi ha paralizzato: mi chiedevo se ciò che stavo vivendo era vero o un sogno. Ed ho visto la felicità anche dei campers arrivati da tutto il mondo: erano 700 quella settimana, e altrettanti quella prima». Che tipo è MJ? «Semplice ed alla mano, tutt’altro che un divo: stava sempre vicino ai ragazzi, voleva sapere come stavano, addirittura un giorno s‘è messo a raccogliere da solo le cartacce dal campo. Man mano era diventato normale vederlo all’opera, anche se potevano avvicinarlo solo i ragazzi. Il camp è proseguito con tre allenamenti al giorno. Il compito mio e di Cristian Braidotti, collega di EdSport, era visionare e seguire i partecipanti. All’ultimo giorno per loro erano previsti foto ed autografo con tanto di bollino di autentica, per noi adulti invece la foto di gruppo. Io e Cristian siamo riusciti a staccarci dai nostri colleghi sudamericani ed a fare la foto individuale, essendo gli unici due corrispondenti dall’Italia e dall’Europa. In conclusione abbiamo potuto vivere un’esperienza che definirei assolutamente unica e meravigliosa. Ed abbiamo già iscritti per il 2016…».

Silvano Focarelli – La Tribuna