Rok Stipcevic: “Mi piace lottare per sfide difficili”

16 dicembre 2016 AUTORE: ANDRE#9
Rok Stipcevic: “Mi piace lottare per sfide difficili”

L’intervista a Rok Stipcevic, che si è raccontato in esclusiva per il magazine biancoblu DinamoMania

Alla sua seconda stagione a Sassari il play croato si racconta: la scelta di rimanere in Sardegna e il suo rapporto con il club, la città e i tifosi. “E’ stata una scelta semplice – dice – mi sono trovato bene a Sassari, in una società solida con un progetto serio e in una squadra guidata da un allenatore di cui ho un grande rispetto. E siccome voglio sempre combattere per le cose grandi, era giusto rimanere qui”.

*In meno di un anno hai stabilito un contatto davvero speciale con i tifosi, con la città… *

“I sassaresi e la gente di Sardegna sono molto simili alla gente tra cui sono cresciuto io. Un popolo orgoglioso, che fa tutto con il cuore e sa apprezzare le cose fatte con il cuore, quando dai il tuo massimo. Una cosa che mio padre – ex atleta – mi diceva sempre è: ‘Quando non avrai più fuoco dentro e quando smetti di fare le cose con il cuore sarà il momento in cui devi smettere di fare quello che fai, perché vorrà dire che non sei più soddisfatto. Questo fuoco è alimentato anche dalla gente, con cui ho un rapporto davvero speciale, di rispetto reciproco e per questo ringrazio tutti. Mi piace quando i tifosi vivono e stanno vicino ai loro giocatori, sembra che la Dinamo Sassari e i tifosi siano come una grande famiglia!”

Sei arrivato alla Dinamo l’anno dopo il triplete, quali le tue aspettative, in quel momento?

“La Dinamo quell’ anno ha fatto una cosa che non si dimenticherà mai! Le aspettative erano e sono quelle di combattere per vincere le competizioni. Secondo me tutti la dovrebbero pensare cosi. “

Come vedi la squadra di quest’anno?

“La vedo bene, siamo sulla giusta strada e sono convinto che man mano che andiamo avanti con la stagione cresceremo sotto tutti i punti vista. La squadra è bella, fatta di ragazzi bravi con voglia di migliorare.”

L’esperienza in Italia, compresa Sassari, di cui hai un ricordo speciale

“Sono stato benissimo ovunque, ho avuto la fortuna di giocare in posti con una grande cultura della pallacanestro e molto seguiti dai loro tifosi. Questo è quello che mi fa stare bene.”

Il momento più difficile o deludente della tua carriera ? Come lo hai affrontato?

“L’anno dopo aver vinto il campionato croato, quando contro Cibona, che faceva la Top16 di Eurolega, abbiamo perso l’ultima partita, in gara 5 finale sul 2-2. Sarebbe stata la prima volta che Zadar vinceva due volte di seguito il campionato. La delusione l’ho affrontata in palestra la mattina seguente alle 7.45, allenandomi dopo dopo una notte completamente insonne.”

L’esperienza più bella, fino ad ora, della tua carriera?

“Quando ho vinto il campionato con Zadar e siamo andati nel centro storico della città, nella piazza principale dove ci aspettavano oltre quarantamila tifosi: una festa durata tre giorni per tutta la città.”

Cosa avresti fatto se non fossi diventato un giocatore di basket e cosa ti immagini a fare, tra dieci-quindici anni?

“Se non avessi fatto il giocatore avrei sicuramente fatto il pilota o l’allenatore. Tra 10 anni penso di giocare ancora, tra 15 penso che sarò un allenatore, che romperà le scatole a tutti.”

Ormai sei conosciuto anche per la tua personalità e le tue passioni fuori dal campo: raccontaci la tua passione per il cibo?

“Sono appassionato di cibo, mi piacciono le cose fatte in casa, i prodotti della campagna, le cose particolari. Soto questo aspetto sono un edonista, assaggerei tutti i cibi nel mondo. Ma devo anche dire che odio fast food e i prodotti da catena commerciale. È vero che tutti mi conoscono anche per questo, c’è una cassiera che mi saluta ogni volta che passo davanti al suo negozio, e per due volte mi ha regalato dei prodotti particolari, una volta pane guttiau e carasau e un’altra volta dolci.”

Il piatto della cucina sarda che ti piace di più? Com’è la Sardegna vista e vissuta da Rok Stipcevic?

“Adoro la zuppa gallurese, le lumache, i formaggi sardi. Quest’isola è un posto ancora incontaminato, per fortuna. Ci sono le cose della tradizione che si fanno ancora, in Sardegna ci sono le cose che piano piano stanno sparendo in questo mondo moderno. E poi la sua gente, accogliente e capace di voler bene, amante della compagnia e aperta, sempre pronta a farti sentire uno di loro. Quanto alla natura e al mare, non posso aggiungere niente perché si sa già quanta bellezza è racchiusa in quest’isola.”

Un pregio e un difetto di quest’isola?

“Per me il pregio principale è che siete isolati e orgogliosi della vostra terra, della vostra storia, della vostra cultura. E gli stranieri sentono subito questo, come particolarità straordinaria. Un difetto è che siete un po’ lontani per arrivare con la barca dalla Croazia”.

Ufficio Stampa Dinamo Banco di Sardegna Sassari