Meneghin e Germani in cattedra: «Mai mollare»

8 ottobre 2016 AUTORE: ANDRE#9
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La bandiera del basket azzurro dà la sua spinta: «Si può vincere con il gioco di squadra, mai da soli» Capitan Cittadini: «Fondamentale è lo spogliatoio»

Una platea diversa da quella del parquet domenicale, ma sicuramente un’esperienza che è servita a raccontare qualcosa di più del basket nazionale e bresciano a chi potrà prenderne spunto per il proprio percorso di studi universitari. Ieri mattina nella magnifica Sala dei Giudici di palazzo Loggia si è tenuta la presentazione del corso di progettazione Pedagogica e formazione delle risorse umane, laurea magistrale dell’università Cattolica che si tiene a Brescia e tenuta a battesimo da un terzetto baskettaro d’eccezione: il capitano della Germani Basket Brescia Alessandro Cittadini, l’astro nascente Lee Moore e Dino Meneghin, simbolo della pallacanestro italiana. INVITATI a spiegare l’importanza del gioco di squadra per vincere, nello sport come nella vita di tutti i giorni, han-no portato la loro esperienza a servizio di studenti e docenti della Cattolica. Dopo il saluto del sindaco Emilio Del Bono e la testimonianza dei tanti interlocutori della presentazione (compresa la presi-dente Graziella Bragaglio), ecco Dino Meneghin, introdotto da Nicola Tolomei. Un racconto di vita, la sua, che ha saputo strappare sorrisi: «Dopo anni di atletica ho scoperto la pallacanestro, un caos ordinato. Pian piano con l’allenamento ho capito che volevo diventare un campione: avere un allenatore che ti guida nello sport è come la formazione nella vita quotidiana e nel lavoro. Ed altresì imparare a interfacciar-si in maniera diversa con gli altri». Meneghin, vice presi-dente di Fiba Europe, ha spie-gato anche come sia fonda-mentale la ricerca costante del miglioramento, raccontando un piccolo aneddoto su un grande campione. «Ho avuto Kobe Bryant in qualità di ospite per un torneo estivo: ha voluto una palestra per allenarsi. L’ho seguito due ore mentre si allenava dentro la palestra secondaria del palaLido e vi posso assicurare che l’intensità del suo allenamento è stata qualcosa di incredibile. Da questi aspetti vedi il campione, dal-la costanza, dall’impegno e dal sacrificio». Un’altra lezione di vita Meneghin la da sui successi e gli insuccessi: «Quando vinci hai tutti attorno a te: quando perdi lo spogliatoio è vuoto e se trovi i tuoi familiari fuori ad aspettarti è già un successo. La vita dello sportivo è questa: crude-le e corta». Parla di se, di basket e di Basket Brescia Leonessa l’ex pivot della Milano che faceva tremare l’Europa: «La capacità di vincere in un gioco di squadra è quello di sapersi riciclare: è da qui che passa la strada del riuscire a continuare a vincere». E sempre sulla volontà di vincere, che servirà come il pane a Brescia, Meneghin lascia il suo segno: «Lo sport mi ha insegnato una cosa: non si deve mollare mai». ANCHE Alessandro Cittadini ha dato il proprio contributo: chi meglio di lui che ha appena vinto un campionato difficile come quello di A2 e porta i galloni di capitano anche nella massima serie? «La cosa più importante non è il valore del singolo ma la chimi-ca che tutti i 10 giocatori riescono a creare». Fare squadra anche tra i muri di casa: Cittadini racconta anche un aneddoto familiare: «La sera prima delle partite, con mia moglie e i miei figli organizziamo la cena dei campioni, immaginando di fare tutti parte dello stesso team ed in preparazione alla partita. Come nello spogliatoio tutti vengono coinvolti: il vivere ed il cooperare di gruppo è il lavoro più importante per rag-giungere dei risultati».

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