La nuova Leonessa adesso va «dì corsa»

20 settembre 2016 AUTORE: ANDRE#9
BasketBresciaLeonessa_2016-09-20Vitali_Luca_3.jpg Ai tornei di Parma e Desio le vittorie della Germani sono nate con un gioco più veloce dell’anno scorso

Vincere e, se possibile, divertire è il progetto ambiziosissimo di ogni allenatore. Cosce, piedi e mani gentili per cercare di far breccia nella giungla dei campionati. Andrea Diana si è messo in testa questa idea meravigliosa: salvare la Germani da neopromossa in serie A con un gioco frizzante, fatto di difesa aggressiva e contropiede. Detto, fatto. Lo dichiarò in un’intervista al nostro giornale due settimane fa, durante il ritiro di Ponte di Legno. A qualcuno sembrò una sparata, mai tornei successivi a Parma (Memorial Bertolazzi) e Desio (Trofeo Lombardia) hanno davvero messo in mostra una Leonessa piuttosto diversa rispetto alla scorsa stagione. Non so-lo per via degli interpreti (cinque i nuovi arrivi estivi), ma anche per una filosofia che al tecnico è sempre piaciuta, ma che nelle sue prime due stagioni da capo allenatore non era riuscito ad attuare fino in fon-do. Transizione. Il basket ideale del coach di Livorno, ferrarese di adozione, è fatto di corsa, velocità, rapidità di esecuzione: contropiede primari e secondari, che per essere attuati han-no bisogno di una difesa forte Vitali e Passera play ideali per i contropiede di Lee Moore Mercato: la Fortitudo vuole Bushati e di tante palle strappate agli avversari, possibilmente già a metà campo o giù di lì. Quest’anno lo aiuta anche ave-re un nuovo playmaker: Luca Vitali ha un’esperienza e una classe tali che gli permettono di vedere il gioco in anticipo. E anche a lui piace la pallacanestro in contropiede. Con Fernandez era diverso: il «Lobito» amava ragionare e, spesso, anche finalizzare l’azione. Vitali senior preferisce distribuire il gioco e si prende tiri solo quando è necessario. Questione di caratteristiche. Il tempo dirà chi è meglio e soprattutto più funzionale. Alle spalle dell’ex Cremona c‘è poi un regista come Marco Passera che, nonostante i 34 anni, ha dimostrato contro Cantù di poter dire la sua e il basket in velocità è da sempre il suo preferito. Chiaro che vedere una squadra che va veloce e vince pure le partite (cinque su sette i successi ottenuti finora, tre di questi contro avversarie che Brescia ritroverà a partire tra me-no di due settimane anche in campionato) è il massimo. Specialista. Da quest’anno inoltre c‘è in rosa un giocatore che ama andare in contropiede : quel Lee Moore, 21 anni appena, pescato a sorpresa dal general manager Sandro Santoro nell ‘ingarbugliato mondo dei College americani; ma ci sono anche altri elementi con caratteristiche giuste per giocare un basket veloce e piacevole: da Bushati a Michele Vitali, senza tralasciare i «marpioni a stelle e strisce» Landry e Moss. Finora quindi tutto sta andando per il meglio, ma è chiaro che con l’inizio del campionato gli osta-coli aumenteranno.

GIORNALE DI BRESCIA