Radio e TV [Cestisticamente Parlando] Gli interventi di Daniele Michelutti e Alessandro Giuliani

20 aprile 2017
[Cestisticamente Parlando] Gli interventi di Daniele Michelutti e Alessandro Giuliani

Daniele Michelutti e Alessandro Giuliani sono intervenuti a “Cestisticamente Parlando”, il magazine di Radio PRIMARETE Caserta (95.00 Mhz F.M. e in streaming su www.radioprimarete.it) in onda ogni martedì dalle 19.35 (e in replica ogni giovedì alle 0.05 e in podcast sulla pagina FB “Cestisticamente Parlando – Radioprimarete” e sul canale YouTube “Cestisticamente Parlando”) e condotto da Francesco Gazzillo, Rosario Pascarella, Mario della Peruta ed Eugenio Simioli (con la regia di Imma Tedesco e Maurizio Lombardi).

DANIELE MICHELUTTI
Avete passato una Pasqua sicuramente non piacevole…
Siamo molto amareggiati per la prestazione che abbiamo fatto sabato a Pesaro, questo è indiscutibile, siamo uomini di sport e vorremmo vincere tutte le partite e i ragazzi nelle ultime settimane avevano dimostrato questo. Facendo un’analisi a mente fredda, la chiave della sconfitta di Pesaro è stato uno scarico di tensione mentale dopo la vittoria contro Torino. Arrivavamo da buone prestazioni a Capo D’Orlando, con Venezia e a Brescia, con Torino alla fine è uscita una vittoria importante considerando anche i risultati delle altre squadre e probabilmente a livello mentale siamo venuti un po’ meno e quando succede questo in Serie A, è facile che succedano questi tipi di prestazione.
Caserta è arrivata a giocarsi il rush finale in condizioni fisiche non ottimali…
Non c‘è mai una motivazione sola per la quale si perde una partita, sicuramente anche la parte fisica e numerica ha giocato la sua parte, visto che ce la stiamo portando dietro da un po’ di tempo, non ultimo il problema di Cinciarini, come la mancanza di Sosa alla quale però la squadra si è compattata e ha trovato nuovi equilibri. Anche la situazione Bostic è stata determinante: da un paio di mesi si sta allenando a scartamento ridotto, a lungo andare la condizione la perdi. Da un lato dobbiamo gestirlo per evitare ricadute muscolari, dall’altro dovrebbe allenarsi come un dannato perché sappiamo che fisicamente non è esile e leggero: deve essere a posto per poter rendere al meglio. Già oggi (ieri nds) alla ripresa degli allenamenti ci siamo allenati a scartamento ridotto perché Cinciarini è ancora fuori, Johnson ha un problemino ad un ginocchio, Bostic è rimasto a riposo precauzionale: una-due settimane di emergenza riesci anche a gestirle, ma poi quando la situazione si protrae per un lungo periodo diventa difficile mantenere lo stesso livello di prestazione per 40 minuti.
Anche dal punto di vista tecnico, Caserta ha dovuto cambiare molti equilibri nel corso della stagione…
A questo punto della stagione, abbiamo aggiunto nuove trame offensive e difensive per via dei numerosi cambiamenti e per mettere una pezza a quello che ci era mancato. Prima abbiamo costruito la squadra con Sosa che doveva essere l’asse portante della squadra insieme a Watt per creare in velocità con i pick’n‘roll alcune situazioni di gioco. Adesso c‘è Giuri in regia che è molto più ordinato, la fisionomia della squadra ora, senza i 20 punti di Sosa, l’abbiamo cambiata irrobustendo la difesa perché sappiamo che partite da 70-80 punti in attacco per noi diventano complicate.
Come si fa ad allenare una squadra con così tanti problemi come la JuveCaserta di quest’ultimo periodo, visto anche l’approccio molle di Pesaro?
L’approccio di Pesaro è stato condizionato dalle percentuali al tiro nei primi minuti di gioco e da lì in poi hanno preso fiducia, poi nella seconda parte di partita abbiamo provato a rifarci sotto e loro hanno messo canestri difficili perché erano in palla. Da parte nostra l’approccio sbagliato ha poi determinato il gap del primo quarto ed è sempre difficile recuperare una partita contro una squadra che già due settimane prima aveva perso una partita importante contro Cremona e quindi si sono “allenati” nella testa a non ripetere gli stessi errori. Siamo professionisti, ci teniamo al nostro lavoro e alla maglia che indossiamo, c‘è una presa di consapevolezza da parte nostra che sabato non è stata fatta una buona partita e quindi già da oggi abbiamo ripreso a lavorare duro per arrivare nel miglior stato mentale e fisico possibile alla partita di domenica contro Brindisi.
Domenica sarà una partita importante soprattutto per te che sei l’ex…
E’ stato un pezzo di storia della mia carriera, sono stati 6 anni a Brindisi, è normale che sia importante per me. Quest’anno lavoro per la JuveCaserta ed è naturale che voglio vincere ogni partita con la JuveCaserta, lì ho parecchi amici e conoscenze, poi domenica saranno degli avversari ostici che vorrò battere in tutti i modi. Brindisi mi ha dato tanto, ma devo dire che in quest’annata a Caserta sono stato benissimo.

ALESSANDRO GIULIANI
Adesso Brindisi è la squadra più forte tra quelle che ambiscono alla post season…
Dobbiamo ancora dimostrare di essere i più forti. Alla fine mi gira non tanto la partita persa contro Pesaro perché siamo riusciti comunque a rimediare con la partita contro Milano, quanto quella partita persa contro Sassari, perché vincere una partita fuori casa contro una squadra che in quel momento era solo 2 punti sopra di noi ci avrebbe dato una svolta. Con l’inserimento di Samuels abbiamo tanto talento anche dentro l’area e non solo sugli esterni. Non conta quello che si fa a fine campionato, ma quello che si fa ad ogni partita, ogni partita ha una storia a sè e quindi non penso che domenica avremo una partita semplice per noi solo perché abbiamo 6 punti in più in classifica di Caserta.
Domenica si prevede l’esodo dei brindisini al PalaMaggiò…
Sarebbe bello giocare davanti a tanta gente, ma non penso che arriveremo oltre 400-450 persone. Penso che i giocatori siano più esaltati giocando davanti a tante persone, tra Caserta e Brindisi c‘è una bella rivalità, ci sono sempre state delle belle partite e quindi farlo davanti a tante persone sarebbe più eccitante per tutti.
Su alcuni ruoli Brindisi ha fatto delle scommesse: come sono andate?
Per un motivo o per un altro, ogni anno dobbiamo fare delle scommesse in qualche ruolo. Quest’anno ne abbiamo fatta qualcuna in più perché il nostro budget non era così alto come negli scorsi anni. Abbiamo rinunciato ad English, ma, visto come sta andando ora in Germania, se avessimo avuto la stessa pazienza che abbiamo avuto con Moore e Carter, credo che anche lui avrebbe fatto la sua parte. Senza dubbio il rendimento di M’Baye è sotto gli occhi di tutti, ma a noi non ci stupisce perché lo seguivamo da un po’ di tempo. Siamo stati bravi a costruire un gruppo di persone prima e di giocatori poi, compatibili con il sistema di gioco di coach Sacchetti.
Il campionato di Nic Moore?
Ha avuto un inizio difficoltoso, come tutti i rookie che vengono in Europa e in Italia, poi è stato fermo per un problema alla caviglia che lo ha tenuto fermo un mese e mezzo. Con l’andare del campionato ha capito cosa voleva il coach e come si intende un play in Europa: siamo molto contenti della sua maturazione. Ora per questi ragazzi andare ai playoff sarebbe un sogno come per noi, perché significherebbe per loro avere l’anno prossimo una chance in una squadra dove ci sono aspettative più alte delle nostre.
Ora bisogna considerare anche la variabile palazzetto…
E’ una variabile abbastanza complessa, le nuove regole sono un modo per aumentare l’immagine del nostro basket. Probabilmente si poteva dare un anno in più a delle società per realizzare un palazzetto da 5000 posti, stile campionato tedesco dove lì anche le squadre di medio-bassa classifica hanno dei palazzetti molto funzionali anche se non architettonicamente belli, con aree hospitality, aree per gli sponsor, aree per i bambini. Così il palazzetto diventa un teatro dello sport. Noi abbiamo il PalaPentassuglia che non è sicuramente un palasport moderno, non sarà facile rifarlo o farlo nuovo. Sono convinto però che tra il nostro presidente ed una città che vive di basket sicuramente riusciremo ad avere ciò che vuole Petrucci.
E’ possibile ipotizzare un campionato giocato da società dilettantistiche: come la vedi?
Sono passato in LegaDue a Verona l’ultimo anno in cui la LegaDue era un campionato professionistico e secondo me, più che passare al dilettantismo, si può pensare di regolamentare meglio la legge 91 tramite la FIP e il Governo. In Spagna, ad esempio, le società hanno degli sgravi fiscali molto vantaggiosi rispetto all’Italia. Bisogna che la Federazione, il Coni e il Governo capiscano che lo sport è un mondo a sé stante e che noi vogliamo avere delle regole che consentano alle società di mantenere giocatori di alto profilo senza perdere troppe risorse economiche in contributi e tasse varie. Con questa regolamentazione per noi è impossibile programmare firmando contratti pluriennali, in Belgio, ad esempio, in questi giorni già firmano contratti con giocatori per il prossimo anno.

Redazione Cestisticamente Parlando