Radio e TV [Cestisticamente Parlando] L'intervento di Walter De Raffaele

28 giugno 2017
[Cestisticamente Parlando] L

Walter De Raffaele è intervenuto a “Cestisticamente Parlando”, il magazine di Radio PRIMARETE Caserta (95.00 Mhz F.M. e in streaming su www.radioprimarete.it) in onda ogni martedì dalle 19.35 (e in replica ogni giovedì alle 0.05 e in podcast sulla pagina FB “Cestisticamente Parlando – Radioprimarete” e sul canale YouTube “Cestisticamente Parlando”) e condotto da Francesco Gazzillo, Rosario Pascarella, Mario della Peruta ed Eugenio Simioli (con la regia di Imma Tedesco).

Da giocatore hai perso uno scudetto in modo incredibile con la tua Livorno, oggi lo hai conquistato al termine di playoff molto combattuti?
E’ stato un anno indimenticabile. Sulla storia dello scudetto perso contro Milano, credo che alla fine quello è stato il modo affinché una finale scudetto fosse ricordata per 30 anni. Questo scudetto mi ha risarcito di tanto lavoro, di tanta gavetta; non ho mai fatto grandi compromessi né da giocatore, né da allenatore ed è la cosa di cui vado più fiero.

Vittoria dello scudetto e Final Four di Champions League: i risultati di quest’anno di certo non arrivati per caso…
Assolutamente si, innanzitutto devo dire che il merito è comunque del club che è solido e ambizioso e che ti dà la possibilità di programmare e di crescere. Quattro stagioni fa non ci siamo qualificati per i playoff: da quel momento ci sono state due stagioni di alto livello con due semifinali consecutive, poi quest’anno è arrivato uno scudetto inaspettato, nel senso non da favoriti, però è naturale che la programmazione ti permette di lavorare su un gruppo dove puoi integrare giocatori di volta in volta. Quest’anno si è formata una chimica bellissima, passando attraverso momenti difficili, però la base è assolutamente quella di programmare.

Avete programmato andando controcorrente, ovvero partendo da uno zoccolo duro e poi aggiungendo altri giocatori: siete partiti da un’idea tecnica precisa o considerando i giocatori disponibili sul mercato?
Entrambe le cose. Prima di tutto c‘è da rispettare i canoni finanziari dettati dalla società. E’ naturale che la scelta tecnica è stata quella di individuare un gruppo di giocatori adatti al modo di giocare ed a quelle che sono le idee tecniche. Il terzo step è stato quello di modularsi ed integrare i giocatori man mano più adatti. Nel mio caso, quella di quest’anno è stata una squadra con tanti giocatori che giocano in mezzo a due ruoli perché è una cosa che io adoro da sempre; la ricerca di giocatori è stata fatta in tal senso, come ad esempio l’innesto di Stone. Ho la fortuna di lavorare con Casarin che mi asseconda e insieme cerchiamo di condividere le mie idee tecniche. Devo dire che mi è sempre piaciuto fare le cose un po’ diverse, l’ho sempre fatto anche prima di arrivare a Venezia, credo che omologarsi sia anche appassirsi mentre invece pensare e rischiare e magari avere ragione su certe scelte tecniche come giocare con il 4 e il 5 molto “piccoli” come Peric e Ejim, oppure con Haynes che all’inizio è stato massacrato da tutti.

Alcune istantanee di questa stagione?
Riguardo la Coppa, sicuramente la partita in Turchia contro il Pinar Karsiyaka che è stata una partita indimenticabile per me tecnicamente. E’ stata una partita bellissima, non la scorderò mai; abbiamo fatto una gara di grande spessore, quella certamente è stata una partita importante. In campionato, ce ne sono tante di vittorie: quella in casa contro Milano, oppure le vittorie contro Avellino (anche in Coppa). Tante immagini di un anno straordinario perché devo dire che ci sono stati momenti belli con le vittorie in fila, abbiamo stabilito il record di vittorie consecutive. Ci sono stati ovviamente anche momenti difficili: non dimentichiamo che abbiamo iniziato non benissimo lasciando qualche vittoria come quella contro Pesaro, oppure quando siamo usciti alle Final Eight di Coppa Italia contro Brescia. Nonostante tutto la nostra coerenza è stata quella di non cambiare, ma perseguire non in maniera ottusa quella che era la nostra idea tecnica e questo è stato fondamentale.

Con Avellino e con Trento hai avuto il coraggio di cambiare: prima l’inserimento di Batista, poi il suo infortunio e la scelta di Ortner invece di Hagins. Le motivazioni di questa scelta?
C‘è un discorso un po’ ampio: innanzitutto a me piacciono le sfide e questo fa parte dell’essere livornese…un po’ matto! Al di là di questo, ho avuto la fortuna di avere un gruppo numeroso dove tutti hanno accettato anche ruoli scomodi e di stare fuori; credo che la chiarezza delle cose mi abbia aiutato molto. Con Batista è stato un discorso a parte perché io l’avevo già messo fuori in gara 4 contro Pistoia rimettendo dentro Ortner; non ho mai barattato la coesione del gruppo per un singolo giocatore e mai lo farò, questo è un messaggio per me molto importante da far passare a tutti. Non riesco a dire chi quest’anno è stato il migliore in assoluto. Ovviamente Batista non è stato contento per l’esclusione in gara 1 di semifinale contro Avellino, ma ha percepito il messaggio e devo dire che dopo è stato un giocatore importante. Quando si è fatto male Batista, avevo la certezza che Ortner avesse la voglia e la prontezza non tanto di voler giocare bene, ma di essere più pronto per una battaglia sportiva di quanto lo potesse essere Hagins che comunque è stato tempo fuori non per demerito suo, ma per mia scelta. Sul lato tecnico, Hagins dà delle cose diverse, come il dinamismo sui pick’n‘roll, dà una qualità di passaggio diversa, invece Ortner è un giocatore più solido difensivamente e aveva già giocato questo tipo di partite.

Sappiamo che non ti piace parlare dei singoli, ma Highlander Ress è stato strepitoso…
E’ un giocatore di grande valore umano e tecnico che in gara 6 ha fatto vedere come l’esperienza e la prontezza mentale contino.

La prossima stagione incombe: è normale che la squadra campione d’Italia non giochi l’Eurolega?
C‘è grande dispiacere, questo è fuori di dubbio, però le regole son così e vanno accettate. Vorrà dire che in Eurolega dovremo arrivarci in qualche altro modo…

Si parla di Filloy ad Avellino, come vi muoverete sul mercato?
E’ naturale che il nostro obiettivo è quello di confermare un nucleo di giocatori che, comunque, adesso ha un grande mercato. Haynes dovrebbe rimanere con noi, adesso come obiettivo la priorità è quella di confermare i giocatori migliori. E’ difficile dire dove poter migliorare, bisogna sempre cercare i giocatori adatti ad un progetto. Vincere non è mai facile: si programma per poter stare il più in alto possibile, poi la vittoria dipende da un pallone che entra o esce, dalla chimica di squadra. Con le figurine sono tutti bravi, ma alla fine la pallacanestro è un gioco di squadra e ci vogliono sempre i giocatori adatti.

Redazione Cestisticamente Parlando