II rookie Boothe ha le idee chiare: 'Più concreti in attacco'

3 dicembre 2016 AUTORE: ANDRE#9
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Il perido di ambientamento è omai concluso per l’americano: «Adoro il cibo italiano, ma la guida resta un grosso problema»

NATHAN Boothe rientra in quella categoria di giocatori non appariscenti, ma a fine partita quando leggi il tabellino ti rendi conto di quanto sia stato importante. Boothe per essere un rookie sta disputando una buona stagione tenendo conto che si trova per la prima volta in un campionato professionistico, lontano da casa e con compagni nuovi. «Se dovessi fare un primo bilancio – dice Boothe – direi che sto andando abbastanza bene, cerco di migliorarmi ogni giorno seguendo le indicazioni dello staff e del coach che da ex giocatore sa come rapportarsi e da lui cerco di prendere qualsiasi insegnamento. Dal punto di vista dell’ambientamento il lato positivo è che adoro il cibo italiano soprattutto la pasta, quello negativo è la guida, qui le strade sono diverse e anche le regole».Boothe può stare tranquillo da questo punto di vista perché la guida è il problema di tutti gli americani. Per il momento fa piacere trovarlo così su di morale segno che l’infortunio alla caviglia è un lontano ricordo. «Diciamo che la caviglia sta tornando alla normalità, non sento più dolore e questo mi permette di allenarmi quasi al cento per cento». Il lungo bianco-rosso non si è dovuto solo adattare ad un nuovo stile di vita e una pallacanestro diversa, ma anche a nuovi compagni. Prima era la coppia Boothe – Thomton, adesso Boothe – Crosariol o Magro. «IN REALTÀ si parla di giocatori simili – spiega Boothe – in allenamento non ci sono stati grossi cambiamenti, magari degli adattamenti, ma la visione del gioco è la stessa». La sconfitta contro Milano è stata archiviata, ora c‘è da concentrarsi sul Torino. «E’ una partita importante che stiamo preparando al meglio studiando i loro punti di forza e quelli contro i quali possiamo avere dei vantaggi». Pistoia, semmai, dovrebbe concentrarsi anche sull’attacco: il penultimo del campionato. «Dobbiamo concentrarci sul piano partita – conclude – in difesa siamo abituati a giocare duro, ma in attacco non concretizziamo il lavoro fatto dietro».