Oscar in “un giorno di ordinaria magia”

16 dicembre 2016 AUTORE: ANDRE#9
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La comunità casertana si prepara ad onorare il suo indimenticabile campione

Anche se quando si parla di Oscar Schmidt, di ordinario, non v’è nulla, la magia che è capace di creare un campione ed un personaggio come lui ha davvero pochi eguali nel mondo sportivo. I Negrita cantano “ballare liberi ed urlare a un mondo che non sogna più”, ed è proprio questo che ‘O rey do triple’ è ed è stato capace di fare: ha dato speranze, gioia e, soprattutto, sogni. Ha fatto sognare una città. È stato possibile, grazie alle sue imprese, sentirsi alla pari con Madrid o Barcellona, Atene o Milano. Caserta ha sognato con e per lui. Caserta ha sentito di poter appartenere ad un paradiso che, di norma, non le compete. Caserta ha potuto, finalmente, far sentire il suo grido di rivalsa. Nella partita del suo addio al basket, avvenuto al PalaMaggiò l’8 dicembre 2003, il campione brasiliano disse: “Sono venuto in una piccola città del sud, che nessuno conosceva. Quando sono andato via, dopo nove anni, tutto il mondo la conosceva!”. Vero, verissimo. Parole che Oscar espresse a singhiozzo con da un viso colmo di lacrime. Lacrime oneste, lacrime candide, lacrime pure, lacrime vere. Lui, insieme agli scugnizzi casertani, insieme all’attuale coach, insieme a Tanjevic e Marcelletti, è stato in grado di inserire Caserta sulla carte geografica del mondo della pallacanestro. Un risultato che va ben oltre il mero successo sportivo, una rivincita che ha fatto sentire orgogliosa una comunità di essere casertana, al pari dello splendore della Reggia o della raffinatezza dei tessuti di San Leucio. In anni difficili, pieni di sperequazioni sociali soprattutto tra il nord ed il sud del nostro Paese, riuscire a battagliare con le grandi metropoli ha dato ai casertani forza, li ha intrisi di coraggio, li ha foraggiati di speranza. È questo che Oscar Schmidt ha significato per Caserta. È stato un vero esempio per chi, quegli anni, li ha vissuti, ed un monito per coloro che hanno vissuto delle sue gesta solo tramite racconti e video. Perché se è vero che, quando lui è andato via, tutti conoscevano il nome di Caserta, è altrettanto vero che a Caserta tutti, anche chi è nato dopo la sua partenza, conoscono Oscar Schmidt, semplcemente ‘o rey do triple’

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