C Femm. Commento alla partita

AUTORE: El Brex

Garda primo Marzo 2015 mancano ancora parecchie giornate alla fine, ma oggi va in scena un potenziale scontro salvezza.
Le nostre ospiti arrivano da Piove di Sacco, paese della bassa padovana dove, all’andata, si era vista una delle partite meglio giocate dalla nostra squadra e più gradevoli per lo spettatore.

Come è già successo qualche volta quest’anno, chi scrive arriva in palestra in ritardo.
Siamo a metà del secondo quarto sul quattordici pari. Manco il tempo di sederci sui gradoni e … bomba + tiro dalla media, siamo sopra di cinque in due azioni.
Il break è di entità molto piccola e, lì per lì, passa inosservato, ma ci accompagnerà come un fedele amico fino alla fine dell’incontro.
Nonostante la posta in palio, la partita pare confermarsi frizzante come all’andata: speriamo.
Purtroppo, passato come un lampo il 5-0, il gioco si inchioda in maniera tignosissima in un vortice di difesa dura (mai sleale comunque), corsa e rincorsa, errori d’impostazione e di lettura, percentuali bassissime al tiro, palle perse.
Noi abbiamo qualche possesso in più perché, essendo più veloci, contestiamo tutto … siamo anche un po’ più sprecone però, purtroppo.
In sostanza … non segna nessuno.
Povero dal punto di vista tecnico, il match vive sull’agonismo e sulla tensione nervosa già nel primo tempo (ribadisco … coronarie delicate non sono raccomandate al palazzetto di Garda).

Il secondo quarto si conclude con un paio di nostre brutte ingenuità che permettono alle nostre avversarie di chiudere (parzialmente) il divario … ma-lis-si-mo!
Partite del genere si vincono e si perdono per dettagli infimi: occorre sforzarsi per tenere alta la concentrazione fino all’ultimo decimo di secondo.

Pausa lunga.
Allenatori nervosi, giocatrici tese, poco tempo per riordinare le idee.
Non inventiamoci l’acqua calda: bere un sorso, respirare, due massimo tre buone idee, lasciar perdere le teorie sui massimi sistemi (non c’è tempo e non è giornata).
Se la nazionale di rugby ha vinto in Scozia solo spingendo forte in avanti a testa bassa, noi possiamo provare a vincere una partita frullando le coscette più velocemente delle avversarie ed aggredendo come piranhas affamati ogni cosa rimbalzi sul parquet (impianto di gioco forse primitivo, ma così si sono vinte parecchie partite nella storia della pallacanestro senza che si gridasse allo scandalo). Avanti dai proviamo!

Si inizia il secondo tempo dove il primo era finito.
Percentuali bassissime, possessi gestiti in maniera non proprio illuminata, tensione dai calcagni alle orecchie.
Le patavine provano a fare il loro gioco sfruttando i centimetri sotto canestro e disponendosi (saltuariamente) a zona in difesa, noi alterniamo difesa aggressiva e pressing a tutto campo.
Il risultato netto è una serie di oscure mischie ai due lati del campo.
E’ una sofferenza, ma il cronometro ed il computo dei falli iniziano ad essere nostri amici.
Riusciamo anche ad allungare un filo. (8-9 punti in una partita del genere possono essere un abisso).
Non ci vorrebbe molto a far nostra la partita già nel terzo quarto. Non ci vorrebbe molto, ma noi non l’abbiamo (oggi).
Il tiro non va e, soprattutto, sbagliamo le letture in attacco insistendo in maniera ottusa a cercare il tiratore.
Facciamo anche un po’ di casino (confusione, scusate l’errore di battitura) per passare la metà campo …è una passione.
E allora via … più o meno punto a punto anche nell’ultimo quarto: dovessimo aver sofferto troppo poco, non ci facciamo mancare neppure questa.

Corsa, pressione, batti e ribatti, difesa, grinta, … l’ultimo parziale è un’avvincente trance agonistica da cui, non si sa neppure come, spuntiamo sul +4 a un paio di minuti dalla fine.
Le nostre cucciole, in questo frangente, riescono ad avere la lucidità sufficiente a mantenere l’esiguo vantaggio fino al finale.
Le avversarie, come estrema risorsa, ricorrono al fallo sistematico per provare ad impattare la partita.
Rintuzziamo anche quest’ultimo tentativo mettendo una buona percentuale ai liberi, tirando giù un paio di rimbalzi d’oro e difendendo bene.

La sirena suona.
Respiriamo, respiriamo ancora, dai un terzo respiro: abbiamo vinto.
Due punti d’oro contro un avversario diretto (valgono quasi quattro), totale scontri diretti a favore nostro … praticamente sei punti.
Abbiamo giocato una partita orribile dal punto di vista dello spettacolo e forse povera come espressione di tecnica cestistica, ma abbiamo dato prova di indomita tenacia e di tenuta psicologica fuori del comune.
In una giornata dove nulla girava per il giusto verso, abbiamo portato a casa la pagnotta.
Dobbiamo essere fieri delle nostre cucciole.

Le nostre avversarie si sono confermate squadra molto ostica, ma sempre corretta e leale. Idem dicasi per lo staff tecnico avversario: grintosi come si deve essere in partite del genere, ma mai irrispettosi; le hanno provate tutte, ma non sono bastate … degli avversari tosti e leali.

Il primo arbitro ha dovuto gestire una partita tutt’altro che fluida e, contemporaneamente, svolgere compiti “didattici” nei confronti del giovane secondo arbitro.
Il tutto riesce senza eccessive disuniformità di giudizio e senza ricorrere ad inutili sanzioni disciplinari durante gli scambi verbali con le panchine.
Secondo noi, una buona prestazione della direzione di gara.

Alla prossima.

Garda Basket-Pallacanestro Piovese 44-36

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