C Silver Naz. Sconfitta evitabile in terra abruzzese per l'Udas

AUTORE: Riky PlayBasket
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Sconfitta evitabile in terra abruzzese per l’Allianz Udas Cerignola contro una squadra dimostratasi per lunghi tratti ampiamente alla portata dei biancazzurri.
Nello spettacolare scenario del PalaScapriano i padroni di casa, guidati da coach De Salvatore, accolgono gli avversari con il miglior quintetto composto da Salamina, Poggi, Scavongelli, Moretti e Gaeta, schierati a uomo.
Coach Marinelli risponde con un quintetto tanto inedito quanto sorprendente, inizialmente giustificabile con le non perfette condizioni fisiche di alcuni atleti. La verità si scoprirà solo qualche ora dopo. Fatto sta che in partenza vanno in campo Triglione, Malat, Marchetti, Mennuni e Voss, a zona.
Sotto i colpi di un formidabile Salamina, (dato per moribondo fino a poche ore prima del match ma evidentemente graziato in extremis da San Berardo da Teramo), i biancazzurri sbandano vistosamente e concludono pochissimo. I biancorossi approfittano subito dell’evidente soggezione degli avversari e prendono un break di 8 punti, prima che coach Marinelli decida di tornare all’antico utilizzando prima Serazzi e poi Tredici. Ma anche a pieno regime, la reazione biancazzurra stenta ad essere convincente, perché, seppure con un gioco estremamente perimetrale, i teramani mandano bene a referto, con Salamina, l’intramontabile Gaeta e Poggi.
Solo nel finale del quarto di rivede una buona Allianz Udas, con Malat e Voss molto ben disposti a recitare un ruolo di primissimo piano, guidati da un Serazzi in forma playoffs.
Allo scadere della prima frazione, però, dopo i quattordici di massimo vantaggio, ci sono ancora otto punti a distanziare i padroni di casa.
L’arrembaggio udassino dà evidenti risultati nella seconda metà del tempo. L’Allianz continua le rotazioni profonde della panchina dando spazio a tutti i suoi dieci uomini, ma è nel gioco che è possibile apprezzare la differenza fra le due formazioni.
Coach Marinelli, recuperato il gap grazie al solito schema 2/2, vede però frenata la progressione dei suoi dal bruttissimo intervento di Moretti su Malat (mal sanzionato dagli arbitri con un fallo ordinario), che costringerà il cecchino americano ad un lungo pit-stop in panchina per le cure del caso.
Marchetti (autore di una prestazione opaca a causa della grave limitazione che gli arbitri inopinatamente gli infliggono per la disciplina) e Tredici, privi di quel terminale offensivo calano di ritmo, consentendo agli abruzzesi di tornare in partita.
Il confronto Salamina/Malat di fine quarto dalla distanza termina senza vincitori tanto grande e cristallino è il talento di entrambi, così come senza vincitori si chiude il primo tempo con le squadre pari a quota 46.
Pur avendo rimesso le cose a posto sotto il profilo del punteggio, quella della prima metà di gara non sembra la solita Allianz Udas. Si percepisce, infatti, un insolito nervosismo che verrebbe facile ascrivere alla dimensione della posta in palio. Dall’altra parte, Teramo sta facendo al meglio la sua parte, sfruttando le micidiali capacità balistiche di alcuni suoi ragazzi, ma anche tentando l’approccio a canestro con Gaeta, ottimo interprete di un pick and roll che i biancazzurri difendono con grandissimo affanno.
Alla ripresa delle ostilità Serazzi chiama la carica, e tutti i suoi compagni rispondono a dovere. Con i soliti schemi veloci ed efficaci ottimamente chiusi da Voss, i cannibali vanno subito sul più otto e gestiscono il vantaggio con buona efficienza fino al minuto 25, quando un infortunio dopo una penetrazione per vie centrali lascia a terra l’indomito capitano con un ginocchio in disordine.
Nella risicata e periferica sezione riservata al centinaio di tifosi ospiti cala ovviamente il gelo. Dopo l’interruzione per i soccorsi, l’Udas, emotivamente colpita dalla forzata assenza del playmaker, torna a scricchiolare. Scavongelli e Salamina non aspettano altro per tentare il rientro in gara, favoriti da un’efficienza a rimbalzo nettamente migliore rispetto agli avversari, ed è grazie alla buona prova di Voss e Tredici nei minuti finali del quarto che alla terza sirena gli ospiti continuano a condurre la gara, ma solo di quattro lunghezze.
Il match è ora avvincente, e l’Udas dà la sensazione di poterlo portare a casa, specie perché, seppur fasciato, incerottato e zoppicante, il capitano riprende il suo posto alla guida dei suoi.
I primi minuti scorrono via senza scossoni, anche se la fatica inizia a far sentire i suoi effetti per entrambe le formazioni. Poi nel match irrompono i due direttori di gara.
Già autori di alcune decisioni non proprio condivisibili, senza nessuna necessità contingente il duo arbitrale inizia un ingiustificato show fatto di un protervo abuso del fallo tecnico, e di una interpretazione anomala del fallo antisportivo in danno della formazione ospite. I biancazzurri hanno l’unica, enorme responsabilità di non aver saputo evitare quello scempio accettando disciplinatamente gli errori. La partita è ormai andata. Le continue gite in lunetta e la conseguente falcidia di atleti “fouled out” lascia i biancazzurri senza armi da poter utilizzare per una rimonta disperata.
Un vero, peccato, insomma. Quella che poteva essere una partita memorabile per i valori espressi in campo ha finito per essere connotata, spiace dirlo, solo da una strana prestazione arbitrale, oggettivamente senza giustificazioni.
Materia di riflessione, invece, per i due coachs. Per De Salvatore, che dovrà interrogarsi sul ruolo che i suoi dovranno recitare nel prosieguo del minitorneo. E soprattutto per Marinelli, chiamato al difficile compito di ricompattare un gruppo apparso un po’ troppo nervoso. La prossima difficilissima gara contro la capolista Cefalù capita veramente come il cacio sui maccheroni per testare fino a che punto questo gruppo sia in grado di gestire senza pentimenti un’annata che, anche nel male, rischia di essere cruciale per molti dei suoi componenti.

Silver Bk2015 Teramo-Udas Cerignola 84-74

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