Serie D – Spigolature biancoverdi

Forse molti di voi, se appassionati del nostro sport, sanno chi è John Calipari. In breve probabilmente il migliore, sicuramente il più potente allenatore di basket universitario d’America. Ogni anni centinaia di liceali fanno la fila per poter essere reclutati da lui e dalla sua Kentucky University.
Il primo ricordo che ho di lui ci torna utile per la storia di oggi. Nel 1996 il giovane Calipari allenava University of Massachusetts. Incarico prestigioso, ma non certo l’elite del basket NCAA. Quella stagione, la sua ottava su quella panchina, è quella del Grande Sogno. Dopo una cavalcata trionfale i Minutemen arrivano alle Final Four, dove, scherzo del destino, affrontano la favoritissima Kentucky di un altro prestigioso paisà, tale Rick Pitino.
Sarà sconfitta e carrozza che torna zucca. Bene: quella fu una delle prime lezioni di sport che imparai nella mia vita. La prima di tante.
Calipari spiegò come quella sconfitta fosse un mattone fondamentale per continuare a costruire quello che stava costruendo. Disse: quello che conta in un progetto è l’atteggiamento che sviluppi cercando di attuarlo. Il suo lo aveva chiamato “Refuse to Lose” arrivando persino a stamparlo sulle divise dei suoi giocatori. Alla fine, che sia vittoria o sconfitta, conta solo il modo in cui le ottieni: rispetta chi ti è accanto, non incolpare gli altri e assumiti le tue responsabilità. Il resto, quello che succede ogni settimana, ogni match, ogni azione non conta nulla. O meglio negli anni sarà semplicemente lo specchio dell’atteggiamento che tu hai costruito. E ti porterà dove hai meritato di trovarti.
Che bellezza! Che rigore! Che giustizia!
Sabato a Favaro i ragazzi mi hanno ricordato quella vecchia lezione. Ancora attualissima. Nessun alibi, nessuna scusa e un’enorme dignità. Non contava chi mancasse, gli infortuni, i problemi o gli acciacchi. Non contava si fosse in 7 dopo una settimana di calvario Contavano i valori che si è provato a costruire nel tempo. Contava portarli tutti in palestra e scendere in campo rispettandoli. Come è stato fatto. Come insegna Calipari. In più, caro John, noi si è anche vinto, che non conterà ma insomma…

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