La presentazione del secondo dei presidenti: Massimo Caiolo

20 luglio 2020
La presentazione del secondo dei presidenti: Massimo Caiolo

Massimo classe 1969, appende ben presto le scarpe al chiodo. Una volta terminate le giovanili, il buon Caio, presto noto a tutti come “mano di pietra” per i falli terminali abituato a compiere, decide di spostare il suo focus sul basket allenato. Le sue esperienze sono prevalentemente nel settore giovanile, con qualche rara ma importante esperienza con i senior. L’avvocato Buffa dice che la vita va a cicli, ecco possiamo dire altrettanto per la sua.
Il suo percorso inizia alla Virtus Padova da giovanissimo come responsabile del settore giovanile. Qui condivide le prime esperienze da capo allenatore intrecciando rapporti che si riveleranno duraturi nel tempo, uno su tutti Nicola Pauletto, il quale Massimo porta in Virtus e successivamente trascinerà anche nella sua esperienza in Patavium. Qui arrivano gli anni gloriosi, dove arriva alle finali nazionali con gruppi straordinari, e strada facendo gli si aprono le porte dei senior. Esperienza importante a Rovigo da giovanissimo come capo allenatore della prima squadra nell’annata 95-96, nell’allora Serie C. L’altra esperienza per lui importante è Padova Basket, nell’annata 2001-2002. Consegna la squadra al suo storico amico e playmaker Luca Ramigni. Intanto continua con il basket che più gli appartiene, quello giovanile, trovandosi però a fare assistente in Prima Squadra nell’allora Serie B d’eccellenza alla Patavium. Qui il buon Massimo ha l’audacia e la prontezza per subentrare a stagione in corso, a Giovanni Teso, e ottenere una salvezza sofferta con la Patavium Petrarca. L’anno successivo c’è la riconferma con un vice di caratura come Alberto Buffo. Altra stagione caratterizzata da alti e bassi, ma il collasso dell’allora Acqua & Sapone, determina uno stop per Massimo con le squadre Senior. Segue il ritorno in Orfeo, creatura nata a metà anni 90 con il fratello Michele, che inizia a sfornare talenti nel padovano.
Il resto è storia molto recente. Massimo torna alla casa madre, dove la sua passione era nata, all’ombra del Duomo, alla Virtus Padova, rappresentandone per anni una delle figure centrali. Qui 7 anni molto intensi, dove innanzitutto sistema i meccanismi di un settore giovanile un po’ inceppato, raggiungendo nel 2011 le finali nazionali U15 eccellenza con il grupo ’96. Riesce a richiamare a Padova personalità come Massimo Friso e Daniele Rubini, e crescere giovani allenatori con passione oltre che giocatori che calcano tuttora parquet importanti. Dopo due anni da responsabile del settore giovanile rileva anche il ruolo di Direttore Sportivo della prima squadra. Fu sua l’intuizione del re-styling e del ringiovanimento della serie C, affidando a coach Friso il timone, creando uno zoccolo duro di senior guidato dalla chioccia Leonardo Busca. I grandi risultati arrivano: la promozione del 2014-2015 in serie B e la consacrazione nella terza serie nazionale.
La sua avventura termina nel 2017. Si dedica di nuovo a tempo pieno alla sua società, Orfeo, e in pochi anni si apre un altro ciclo, quello di HORUS. Parte la collaborazione stretta con USMI e l’amico Edoardo Berti. Che avrà il suo apice nell’estate 2019 dove parte ufficialmente questo fantastico progetto. Nel frattempo Caio sarà anche responsabile di una joint-venture nel basket in rosa, creando la costola femminile del progetto, la Pallacanestro Femminile Padova (PFP). Non possiamo non citare però in chiusura il suo impegno nel Baskin. Sempre affascinato dal sociale, Massimo ha sempre mostrato attenzione alle dinamiche sociali dello sport e della pallacanestro. Così quando conosce il Baskin si innamora. Affascinato dalla disciplina nata a Cremona pochi anni prima, in poco tempo si riscopre un innamorato di questa realtà assieme all’amico Luca Ramigni. Da presidente del Baskin Padova raggiunge le finali nazionali del 2019, dopo un’emozionante vittoria del titolo regionale. Padre di due splendidi figli Lia e Giovanni (in arte Gio o Gigio).
All’inizio si parlava di cicli. Buffa però sostiene che però bisogna saperli chiudere senza paura di ciò che potrà essere. Ecco forse Massimo ne è la rappresentazione. Non avere timore di adattarsi e reinventarsi. Essere coraggiosi di prendere scelte, senza essere sciagurati ma con la consapevolezza che con il duro lavoro ci si può mettere in gioco, in qualsiasi momento, a qualsiasi età.
Da tutte le presentazioni emergono due cose. La prima è che la pallacanestro va oltre i traguardi raggiunti, campionato vinto o alla salvezza raggiunta, questa è passione, emozione e duro lavoro. La seconda è lo zampino di Massimo. In ognuna di queste emerge la sua volontà, la sua passione, la sua influenza in ognuno di noi. Abbiamo parlato di figure in questi giorni, ecco Massimo senza troppi giri di parole è il nostro punto di riferimento, la nostra guida. Ma era fondamentale ricordare che c’è qualcosa che va oltre la pallacanestro. Gli americani dicono “bigger than basketball”, noi invece scegliamo di lasciarvi con questa frase: “I risultati passano, i risultati non contano, quello che conta sono le persone che incontriamo con le quali ci regaliamo emozioni e sentimenti” #wearehorus

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