Un'altra conferma: per Sofia Marangoni terzo atto in rossoblù

29 giugno 2020
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La playmaker veronese (al ritorno nella massima serie) prezioso tassello nel roster dei #fioridacciaio Le prime sensazioni: «Felice per il club, ringrazio la dirigenza per la fiducia riposta nei miei confronti»

Tre. Ossia la cifra che, per i numerologi, rappresenta la perfezione. Un numero che, dal suo arrivo in Molise, è un po’ la ‘seconda pelle’ di Sofia Marangoni a Campobasso: «Quando ho iniziato la mia avventura in rossoblù, il tredici, mio compagno di viaggio dalle giovanili – racconta – era già ad appannaggio di Laura Želnytė e così ho optato per l’unità tralasciando la decina ed ho finito per affezionarmici, facendolo divenire una parte integrante del mio percorso».
Tre, però, sarà anche il totale di stagioni in Molise per la play-guardia veronese in concomitanza con il torneo 2020/21. E – per celebrare questa coincidenza aritmetica – non ci poteva essere miglior prospettiva se non quella di tornare a disputare l’A1, torneo che la giocatrice veneta riguadagna dopo le esperienze tra Parma e Torino.
PROFONDA GRATITUDINE Un rientro nella massima serie vissuto con grande concretezza da Marangoni. «Sono felice personalmente, ma prima di tutto sono felice per il club perché il basket, prima di tutto, è uno sport di squadra. Sono davvero entusiasta di restare a Campobasso e ringrazio la società per aver riposto la propria fiducia nei miei confronti. Dentro, ho ancora un po’ di dispiacere per un’ultima stagione non completata. Il gruppo stava bene e c’erano tutti i presupposti per provare a regalarci un epilogo che potesse concretizzare il lavoro fatto».
ASSOLUTA CURIOSITÀ Nello specifico, da parte dell’esterna veronese c’è forte «la curiosità di vedere quale potrà essere il mio impatto nella massima serie. Nelle ultime due stagioni sono cresciuta molto e non vedo l’ora di mettermi in gioco. La squadra è ancora in fase di costruzione, ma, per quelle che sono le tracce dettate dal club, senz’altro sarà un gruppo che potrà dire la sua in stagione».
MENTE ROSSOBLÙ Considerazioni, quelle di Marangoni, che avvalorano la metafora di ‘mente’ con cui l’argentina Carolina Sanchez aveva catalogato la propria compagna nell’intervista social sul canale Instagram del club.
«Un’etichetta che mi lusinga – spiega – perché ho una stima infinita di Carolina, una professionista esemplare oltre che una persona splendida. Nell’ultima stagione ho avuto modo di confrontarmi a lungo con lei, avendo la fortuna anche di poter condividere diversi momenti conviviali a pranzo. Il confronto continuo con lei mi ha onorato perché ho cercato di rubare quante più nozioni possibili da lei che, non a caso, ho soprannominato l’immortale, perché, a fronte di una carriera esemplare, era quella che metteva sempre sul parquet la massima grinta e tanta voglia. E credo, tra l’altro, sia stata davvero rammaricata di una stagione conclusa anzitempo perché avrebbe voluto centrare un altro traguardo nella sua carriera».
RETINA INTATTA Uno di quegli obiettivi che, nella simbologia della pallacanestro, vengono festeggiati con il taglio della retina dei canestri. «Per arrivare al traguardo, sia in campionato che in Coppa Italia, dovevamo confrontarci con altri gruppi di spessore, ma io credo che, se tutto fosse andato per il verso giusto, il PalaVazzieri sarebbe esploso come sotto l’effetto di una bomba e ci sarebbero stati festeggiamenti continui così come quelli vissuti a Lucca quando le toscane hanno centrato lo scudetto, interrompendo la sequenza di Schio. Del resto, il feeling che c’è tra la nostra squadra e la città è un qualcosa di magico».
TARANTELLA CAMPUASCIANA Dettaglio che, in virtù della sua ‘anzianità di militanza’ in rossoblù, porterà Marangoni ad essere necessariamente un’insegnante per le nuove compagne del tradizionale coro che accompagna la conclusione delle gare dei #fioridacciaio.

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