Radio e TV [Cestisticamente Parlando] Gli interventi di Daniele Cinciarini e Spiro Leka

13 aprile 2017
[Cestisticamente Parlando] Gli interventi di Daniele Cinciarini e Spiro Leka

Daniele Cinciarini e Spiro Leka sono intervenuti a “Cestisticamente Parlando”, il magazine di Radio Primarete Caserta (95.00 Mhz F.M. e in streaming su www.radioprimarete.it) in onda ogni martedì dalle 19.35 (e in replica ogni giovedì alle 0.05 e in podcast sulla pagina FB “Cestisticamente Parlando – Radioprimarete” e sul canale YouTube “Cestisticamente Parlando”) e condotto da Francesco Gazzillo, Rosario Pascarella, Mario della Peruta ed Eugenio Simioli (con la regia di Imma Tedesco e Maurizio Lombardi).

DANIELE CINCIARINI
Le tue condizioni fisiche?
Vengo monitorato di giorno in giorno, ho avuto un problema muscolare negli ultimi 30 secondi della partita contro Torino, non è una cosa grave, ma va seguita. Sono nelle mani dello staff medico.
Potrai recuperare per sabato contro Pesaro?
Non lo so, sono nelle mani dello staff medico, spero ovviamente di dare un apporto per la partita di sabato, ma ora come ora non saprei dire, studiamo giorno per giorno, potrei recuperare come no, vedremo…Ci vuole tempo per capire questo infortunio, è partito tutto come un crampo negli ultimi 30 secondi e pensavo fosse finita lì, invece è continuato.
Con la partita di domenica scorsa Caserta si è tolta questa scimmia dalla spalla. Come avete trascorso questi ultimi 2 mesi senza vittorie?
Prima è iniziato tutto con il periodo di stop di Bostic a dicembre, poi non siamo riusciti a centrare la coppa italia per una partita, un po’ per mancanza di equilibri e un po’ perché siamo partiti talmente forte nel girone di andata che poi è seguita subito qualche sconfitta. Poi, verso la fine di gennaio, ci sono stati altri problemi con l’inserimento di 2 nuovi giocatori. Più fattori ci hanno reso la vita difficile e nonostante tutto ce la siamo sempre giocata con tutti, non abbiamo mai preso 20 punti. Quando ci sono più cose che accadono, tra infortuni e cose extracestistiche, è difficile restare tranquilli certe volte, ma abbiamo dimostrato con tutti di potercela giocare, anche con Milano e con Venezia. La vittoria di domenica è stata un premio per la squadra perché stiamo andando oltre tutto, già a Brescia ci eravamo andati vicino, come con Milano e Venezia, ma alla fine ci è mancato quel qualcosa che ci stava facendo perdere anche con Torino. Nell’arco dei 40 minuti tutti siamo stati determinanti, io sono stato bravo nell’ultimo periodo a prendermi la squadra sulle spalle, ma tutti, da Watt, Diawara, Berisha e Giuri, hanno dato il loro contributo.
Nel tuo campionato, hai avuto un’ottima fase iniziale, poi nella fase centrale sei calato. A cosa è dovuto, motivi fisici o mentali?
Già mi è capitata una cosa del genere l’anno scorso verso gennaio, ci sta che per motivi fisiologici un giocatore cala dopo aver avuto un periodo in cui ha spinto al massimo.
A Pesaro sarà la tua ultima partita in maglia JuveCaserta?
C‘è questa voce che mi vogliono parecchie squadre, soprattutto la Fortitudo Bologna che sta insistendo, visto anche il momento particolare che stavamo attraversando dopo l’addio di Sosa. Fino a che vestirò la maglia della JuveCaserta e finchè non ci sarà altro, darò sempre il 300% per la JuveCaserta e sarò un professionista che vive il presente. Tuttora sono un giocatore della JuveCaserta, poi quello che verrà in futuro non lo so dire, ora voglio recuperare il prima possibile dall’infortunio e dare il mio contributo nelle partite che verranno.

SPIRO LEKA
In molte partite Pesaro ha dato la sensazione di giocare prima contro se stessa e poi contro l’avversario di turno…
Viviamo alla giornata, eravamo in fondo al tunnel quasi chiuso, ora vediamo un po’ di luce, ma non ci montiamo ancora la testa perché la strada è ancora lunga e molto in salita. La pressione a Pesaro non è poca roba, abbiamo una città molto esigente che era abituata all’Eurolega e invece negli ultimi anni stiamo cercando di ricostruire un futuro.
Avete un finale di campionato che non è proprio una passeggiata di salute…
Assolutamente, la vittoria di Brindisi ci ha dato un po’ di ossigeno, ma sappiamo che dietro l’angolo ci attendono delle partite molto difficili, stiamo cercando di essere al 100% per la partita di sabato e per quelle che dovranno essere le nostre 4 finali.
Com‘è cambiata Pesaro con i nuovi innesti di Hazell e Clarke?
C‘è stato un cambiamento continuo, nella mia prima partita c’era ancora Harrow, poi è arrivato Clarke. Il suo inserimento è stato semplice perché è un ragazzo eccezionale, un professionista vero. Poi il fatto che gioca play e ha la palla in mano facilita molto il suo integrarsi in un gruppo in difficoltà. Hazell, invece, ha avuto un po’ di difficoltà perché è stato fermo per 3 mesi e mezzo, i continui alti e bassi sono dovuti principalmente a quello, però nell’ultima settimana prima di Brindisi l’ho visto bello carico e infatti è stato presente soprattutto con la tripla del pareggio nel supplementare.
La reazione dei tuoi giocatori a Brindisi è stata feroce…
Cerchiamo di non sprecare ciò che di buono abbiamo fatto domenica perché la reazione che abbiamo avuto a 6:40 dalla fine sul -15 è stata ottima, i miei ragazzi non si sono disuniti nonostante la difficoltà ed è successo poche volte quest’anno che rimanessimo aggrappati alla partita. Lavorando su ogni possesso difensivo, non forzando nulla in attacco e nonostante qualche errore ai liberi, siamo stati in partita.
Il cambio di play ha cambiato il sistema di gioco di Pesaro?
E’ normale che, con due giocatori nuovi, in difesa subissimo qualcosa in più, mentre abbiamo giovato in attacco perché abbiamo scelto di andare col contropiede primario come prima opzione e di prendere un tiro nei primi 8 secondi dell’azione che è più nelle corde dei miei giocatori. Quando ho preso in mano la squadra, il mio obiettivo era quello di non stravolgere tutto il sistema di gioco e creare una facile integrazione dei nuovi arrivi.
Qualora Pesaro riuscisse a salvarsi, l’impresa avrebbe un valore aggiunto in relazione al budget speso…
E’ vero, negli ultimi 3 anni ci sono state delle situazioni difficili, ma non abbiamo mai mollato, neanche quando tutti ci davano per spacciati, fin da agosto.
Non è stato facile per te prendere la squadra in mano dopo un signor allenatore come Bucchi…
E’ stata una fortuna aver lavorato con lui per questi 7 mesi perché è stato un arricchimento professionale per me non da poco. Ho lavorato con Scariolo in preseason, ma devo dire che i miei 3 capi allenatori con cui ho lavorato quotidianamente sono stati Sandro Dell’Agnello, Riccardo Paolini e Piero Bucchi. Il salto è stato duplice, perché io in ritiro ero il terzo allenatore, poi dopo 6 mesi c‘è stata la chiamata e non potevo dire di no perché sono da 7 anni che lavoro per la Vuelle…
Sabato c‘è una partita importantissima per Pesaro contro Caserta…
Sarà una partita difficile, ogni volta che vedo le squadre di Sandro Dell’Agnello in campo, vedo cattiveria pura, non mollano mai. Con Milano e con Venezia, come con altri, non hanno mai mollato. E’ questo l’aspetto che mi preoccupa di più, perché sull’aspetto tecnico ci lavoriamo e ci conosciamo.
Spero proprio che Sandro sbagli qualcosa per sabato…

Redazione Cestisticamente Parlando