Lettera al presidente FIP Petrucci

5 giugno 2019 AUTORE: Ggilleri
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Egregio Presidente,

cosa penserebbe se una mattina si svegliasse e sapesse che il Settore Giovanile di una squadra di Serie A, grazie ad una sentenza suis generis che di fatto permette loro di non essere sanzionati per una grave irregolarità e di piazzarsi primi nel girone di qualificazione alle Finali Nazionali di categoria, sulla carta e non sul campo a fase interregionale già conclusasi? ConoscendoLa, che si tratta di uno scherzo o di un brutto sogno e si sta effettivamente risvegliando: questa non può essere la nostra Federazione, questo non può essere il nostro mondo dello sport, Lei che è stato anche a ricoprire la più alta carica dirigenziale sportiva nazionale, la presidenza del Comitato Olimpico Nazionali Italiano.

Purtroppo si tratta di fatto realmente accaduto e motivo di questa mia missiva, dove grazie ad aver schierato un tesserato squalificato si è generato un grave precedente di giustizia sportiva ai danni di ben due società che fanno del settore giovanile la loro ragione di vita ed unica fonte di sostentamento.

Chi Le scrive è in primis un ammalato in senso positivo di pallacanestro, che da quasi 30 anni non vuole disinnamorarsi di questo sport, nonostante gli alti ed i bassi che fanno parte in generale della nostra vita, oltre che di quella sportiva. Dopo una carriera da appassionato dilettante come giocatore, affronto con un rinnovato entusiasmo verso questo magnifico sport il percorso di allenatore, giunto oggi alla fase di Allenatore, qualifica che come noto ha un percorso sicuramente non semplice, fatto di tanto sacrificio in palestra, economico e di tempo investito (a scapito delle ferie dal lavoro principale) nel miglioramento personale e della propria formazione per un ruolo tutt’altro che banale e scontato.

Fatta la dovuta premessa di contesto, arrivo al dunque nella missiva che ho pensato di doverLe scrivere, in quanto ciò che mi è accaduto come istruttore ed esempio per i più giovani – i tesserati di Salesiani Don Bosco Trieste (fucina di talenti nazionali quali Attruia, Lokar, Scabini, Spangaro, Gori, Pecile, solo per citarne alcuni – senza tener conto della benemerenza con cui quotidianamente ho potuto confrontarmi, il grandissimo Giancarlo Pistrin), mi pone in forte contrasto con i valori ai quali anche grazie alla pallacanestro, ho cercato di impostare la mia vita e l’insegnamento verso i più giovani di questi stessi valori. Non so se sia arrivato così in alto il fatto in oggetto, cerco di riqualificarLe brevemente quanto accaduto nella fase interregionale del campionato U16 Eccellenza – girone G al quale ci siamo qualificati dopo un secondo posto regionale e nel quale siamo giunti terzi, salvo poi veder risolto tutto da sentenza della Corte d’Appello Regionale, vanificando quindi sulla carta la possibilità di giocarci gli spareggi per le Finali Nazionali di categoria che sarebbero state il sogno di molti dei ragazzi, alcuni per la prima volta, altri per il terzo anno di fila (fra cui alcuni di interesse per il Settore Squadre Nazionali). A seguito di una squalifica che era stata indicata da Comunicato Ufficiale ad un giocatore della Basket Brescia Leonessa, la stessa metteva a referto il giocatore nella prima partita utile, dove avrebbe invece dovuto scontare la sanzione disciplinare. Tale gara, per una grave disattenzione del Giudice Sportivo Regionale, poi ravvedutosi con nuovo successivo Comunicato Ufficiale, veniva omologata con il verdetto del campo. La correzione della sfida con il sacrosanto risultato dello 0-20 “a tavolino” andava ovviamente a modificare la classifica, portando quindi a finale compimento e svolgimento detto girone di qualificazione alle Finali Nazionali; nel mentre, la società Basket Brescia Leonessa ricorreva alla Corte d’Appello Regionale rispetto alla seconda emanazione del Giudice – consapevole di aver sbagliato sostanzialmente dal punto di vista sportivo ma appellandosi all’errore dell’ente giudicante, vincendo il ricorso a fase interregionale conclusasi, passando dal secondo al primo posto del girone e qualificandosi così in maniera diretta per l’appuntamento di Taranto. Tale decisione rocambolesca attiva College Basket Borgomanero (che sul campo aveva vinto l’ultima sfida proprio con Brescia, scavalcandoli in classifica), in coordinamento con la società di cui sono tesserato, per un nuovo ricorso che viene ahimè respinto, dando tempo alla medesima Corte giudicante di dettagliare le motivazioni in tre giorni, tempo non sufficiente a poter pensare a come trovare una soluzione, stante il fatto che gli spareggi si sarebbero giocati due giorni dopo la pubblicazione della nuova sentenza. Sono certo e convinto che la Procura Federale chiarirà quanto accaduto, vista la trasmissione di tutti gli atti da parte della Corte d’Appello Regionale del Friuli Venezia Giulia, al fine di valutare la condotta tenuta dalla società Basket Brescia LEONESSA (codice FIP 051820) anche in relazione all’art. 2 del Regolamento di Giustizia. La domanda Egregio Presidente, cercato di riassumere al meglio quanto accaduto, sorge lecita e spontanea: come posso tornare in palestra a spiegare ai ragazzi che una società di Serie A, alla quale in qualche modo loro devono cercare di puntare, allenata da un allenatore del Settore Squadre Nazionale, vince un ricorso per una partita che da Regolamento avrebbero dovuto perdere ed il giocatore incriminato ha di fatto mai scontato la squalifica? Diventa veramente poco credibile il lavoro svolto in questi anni ai loro occhi, dura fatica dentro e fuori dal campo ad insegnare il senso di sacrificio, di abnegazione ed il cercare di impartire la cultura del lavoro quotidiano per raggiungere i propri obiettivi, evitando sempre qualsiasi tipo di scorciatoia o furbizia per arrivare al traguardo prescelto, senza passare per le dovute tappe di miglioramento e crescita non solo tecnico-tattica ma in primis come ragazzi che devono diventare uomini, leali e solidali. Come posso pensare di dire loro nuovamente le stesse cose, stante il fatto che chi ha fatto la voce grossa e con le spalle larghe, consapevole di essere in difetto e sostanzialmente contrario a qualsiasi etica sportiva, ha avuto la meglio senza colpo ferire? A queste domande, Le chiedo una possibile risposta: Lei è il nostro Presidente, l’apice di un ecosistema fatto di tifosi, appassionati, giocatori, allenatori, dirigenti, arbitri, tesserati in genere e di qualsiasi persona abbia a cuore, anche lontanamente, la nostra amata pallacanestro; quanto accaduto pone seri dubbi su tutte le fatiche e sul loro protrarsi che ogni singolo individuo sopra citato, mette a disposizione quotidianamente e spesso a titolo gratuito se non rimettendoci, per il bene ultimo del basket italiano: mantenere viva quella fiammella passionale cercando di tramandare di generazione in generazione l’amore per uno sport che da sempre ha avuto radici sane, estremamente valoriali e meritocratiche. Certo di un suo riscontro, La ringrazio fin da subito per l’attenzione e la disponibilità, portandoLe i più cari saluti da una città che so, porta nel cuore.

Gabriele Gilleri