Serie D Fuori dal tunnel


Portogruaro vince 67 a 63 e si stacca dal fondo classifica dove invece rimane il dignitosissimo avversario Tolmezzo.
La scimmia. Questo mammifero antropomorfo da qualche tempo si era collocato sulla spalla di Andrea Chiesurin, head coach portogruarese, e non dava segno di volersene andare. Ma la ruota gira ed arriva la prima vittoria della carriera da allenatore!
Antefatto. Domenica 11 novembre 2018. Ore 17.30. Palestra di via Lovisa a Portogruaro.
È di scena la Metallica Tolmezzo, ambiziosa neopromossa di lusso che arriva incerottata e reduce dalla recente, disastrosa alluvione con relativa, forzata sosta in campionato. Al timone, un principe del parquet, Matteo Gigi Cuder, che con le sue alchimie tattiche è convinto di riuscire a spuntarla. Il duo Chiesurin-Tison, dalla parte opposta, è deciso a scrollarsi di dosso la jella. 5 gare, 5 sconfitte e zero punti alla pari con Fagagna, Roraigrande e, per l’appunto Tolmezzo. Brutta storia. Facce serie. Nessuno scherza. Tutti hanno solo una maledetta voglia di vincere.
Si aprono le danze. Il quintetto base dei padroni di casa, Baruzzo, Ostan, Bolcato, Cais, Marcon, ingaggia con gli avversari un mini-torneo di ciapa-no, dal quale Porto si risveglia alla grande con le bombe di un Ostan in gran spolvero e con una serie di rimbalzi in attacco e in difesa catturati con tecnica impeccabile da Vittorio Cais. All’inizio, il più efficace degli uomini in divisa blu sembra, invece, Tosoni, che poi per tutta la gara sarà interprete di un utile “lavoro sporco” sotto canestro. Non a caso, è proprio lui a colpire alle costole Nick Marcon, che resterà fuori dolorante per un pezzo. Per fortuna, a sostituire il compagno malconcio accorre Alex Mulato. Eppure, i carnici tengono botta e il primo quarto li vede prevalere. Il 16 a 20 ratifica uno stile di gioco velocissimo, fondato sulla transizione continua, condiviso dalle due formazioni, ma anche i limiti di due attacchi un po’ sfasati.
Alla ripresa del gioco, Portogruaro tira la volata, alternando in campo i suoi giovanissimi, difendendo con i denti e risalendo la china fino a raggranellare un rassicurante + 5. Ma, a questo punto, la partita incontra un lungo momento di stallo, con errori a ripetizione da una parte e dell’altra. Il ritmo rallenta. Il gioco si fa più duro. L’equilibrio è rotto dalla bomba finale del solito Francescatto. 28 a 31.
Terzo quarto. Rientro volitivo dei granata che, trainati da un Vittorio Cais a tratti rabbioso, si accaparrano a varie riprese la testa della gara. I friulani, imperturbabili, ribattono colpo su colpo, esibendo un Ermes Iob instancabile e un Alberto Francescatto classico leader carismatico in ogni zona del campo. A loro volta, dal perimetro, rispondono a tono Nicolò Baruzzo, autentico trascinatore morale del suo gruppo, e un Bolcato che alla fine del quarto si rivelerà decisivo, riagguantando in extremis i carnici e chiudendo sul 49 a 50.
Un solo punto separa, dunque, le due compagini quando comincia l’ultima frazione di gioco, tra clamorosi strafalcioni al tiro e momenti di agonismo puro. Nessuno è disposto a perdere. Troppo importante la posta in gioco. Super Matteo Bolcato, in trance agonistica, continua a sforacchiare la retina udinese, allo stesso modo in cui un glaciale Ostan illumina la partita. Si procede così, punto a punto, tra episodi di nervosismo che i due tecnici tentano di arginare guidando le rispettive squadre con saggezza strategica. Mecchia e Francescatto puniscono i locali senza pietà, mentre Ostan si sfianca in difesa, arginando a stento lo stesso Ermes Iob che, a parti invertite, soffre in difesa proprio su di lui.
Bolcato fissa il vantaggio a metà dell’ultimo quarto sul 58 a 56. Ma a 3’ dal termine il perfetto equilibrio è ripristinato. 60 pari e un’ondata di incertezza sugli spalti, dove peraltro l’incoraggiamento sale alle stelle. La sfera scotta, ma, com’è giusto che sia, sono i migliori in campo, vale a dire Baruzzo, Bolcato e Ostan, in rigoroso ordine alfabetico, a prendersi la responsabilità di siglare l’assalto finale. Palla in cassaforte. 67 a 63. Si replica tra sette giorni, di nuovo in casa, contro gli udinesi del Cussignacco. Servirà la buona volontà di tutti. Anche di chi, come Delle Vedove, Faorlin, Gajotto, Moro, Paludetto, oggi ha saputo dare un apporto decisivo nei momenti topici. E, con buona pace del coach friulano Matteo Cuder, l’ottimo Andrea Chiesurin alla fine sfodera un meritato sorriso. Il suo segreto sarà la difesa, ma con Bolcato e Ostan finalizzatori di un gioco di squadra ritrovato – 40 punti in due! – il futuro è meno preoccupante. La scimmia sulla spalla è svanita, mentre il coach portogruarese si sobbarca volentieri del dolce peso del piccolo Leonardo.

Forza Porto!

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