Moore regista a Pistoia: “Voglio il meglio per la mia squadra”

16 ottobre 2016 AUTORE: ANDRE#9
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Uscito da Siena College è sbarcato in Europa facendo gavetta tra Slovacchia, Polonia, Ucraina, poi l’arrivo in Italia: “C’è un equilibrio che non si trova da altre parti, è il campionato migliore”. Intervista al playmaker della The Flexx Pistoia, campione d’assist: domenica nella vittoria su Brindisi sono stati 10

I ritmi della The Flexx Pistoia li stabilisce Ronald Moore, regista vecchio stile a cui Enzino Esposito ha dato le chiavi della squadra, anzi delle sue squadre. Infatti dopo averlo ricevuto in “dote” nell’esperienza di Caserta, se lo è portato dietro in Toscana, confermandolo anche in questa stagione. Non avrà grande pericolosità al tiro ma negli assist è un maestro e si è sempre contraddistinto anche a rimbalzo, a dispetto dei soli 183 cm di altezza, in carriera staziona costantemente ben sopra i 4 di media.
Cosa è nato tra lei ed Esposito?
“Con il coach andiamo particolarmente d’accordo. Mi rispetta, sia come giocatore che come persona. E la cosa è reciproca e di conseguenza abbiamo un eccellente feeling ed ognuno dà all’altro il proprio 100%. E’ bello avere un allenatore che ti permette di giocare la tua pallacanestro e crede in te. Questo rende saldo il nostro rapporto ed io darò sempre il massimo per lui”.
Ha accettato le offerte pistoiese rinunciando ad opportunità economiche più allettanti, capendo che qui poteva consacrarsi. In un gruppo giovane ed inesperto, con gli altri americani esordienti in Italia la sua figura è qualcosa di più del “cervello” in campo.
“Il mio ruolo è semplicemente quello di insegnare cos’è la pallacanestro che si gioca qui, che è ben diversa rispetto all’altra parte dell’Oceano. In questi due mesi i compagni si sono rivolti spesso a me ed io sono più che felice di questo. Aiutarli a diventare buoni giocatori ed aiutare la squadra a fare il meglio possibile è il mio obiettivo”.
Cambiano i compagni al suo fianco ma lei smazza ugualmente tonnellate di assist. Domenica nella vittoria su Brindisi sono stati 10, in doppia cifra lo scorso anno nei passaggi smarcanti c’è andato ben cinque volte, roba non da poco, con il record di 16 contro Capo d’Orlando.
“Essere un playmaker è qualcosa che ho sempre fatto nella mia vita. Sono orgoglioso di poter essere utile i miei compagni e dar loro la palla nella posizione ideale e metterli nelle condizioni di segnare. Nessun particolare segreto, solo duro lavoro per costruire tra di noi la chimica giusta”.
Uscito da Siena College è sbarcato in Europa facendo gavetta tra Slovacchia, Polonia, Ucraina ma sembra aver trovato l’eldorado qui da noi.
“L’Italia per me è un grande paese ed il vostro campionato è indubbiamente il miglior in cui ho avuto la possibilità di giocare. Ogni partita è una battaglia e ci sono elementi di talento in ciascuna squadra. C’è poi un equilibrio che non si trova da altre parti”.

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