Marco Crespi coach della A2

6 luglio 2015
scaligera_basket_verona_coach_marco_crespi_presentazione.jpg

La Tezenis Verona comunica l’ingaggio di Marco Crespi come capo allenatore. Tecnico di grande esperienza, nel campionato 2013-2014 coach della Mens Sana Siena arrivata fino a gara-7 della finale playoff, Crespi è stato anche vice di Luca Banchi nell’anno dell’ottavo scudetto di Siena e del successo nella Supercoppa Italiana del 2013. Reduce dalla stagione al Saski Baskonia di Vitoria in Spagna, dove ha anche lavorato nella stagione 2001-2002 guidando il Siviglia, Crespi dal 2003 al 2006 ha ricoperto il prestigioso incarico di direttore dello scouting internazionale per la franchigia Nba dei Phoenix Suns prima di aprire un lungo ciclo a Casale Monferrato, dove Crespi è rimasto fino al 2012 dopo aver ottenuto l’anno prima la promozione in Serie A, la seconda della sua carriera dopo quella conquistata con Biella del 2001. Varesino, 53 anni compiuti il 2 giugno, Crespi vanta anche un’importantissima parentesi azzurra, dal 1998 vice di Bogdan Tanjevic dell’Italia poi campione d’Europa nel 1999 a Parigi e fino alle Olimpiadi del 2000, in parallelo anche allenatore della selezione Under 22. Dopo gli esordi da allenatore delle giovanili di Milano fino a diventare vice in prima squadra, Crespi è stato capo allenatore in Serie A dell’Olimpia dal 1998 al 2000 e della Scavolini prima nella stagione 2002-2003 e poi nel campionato 2004-2005 dove ha raggiunto i quarti di finale di Eurolega.

«Il primo saluto dell’annata è più un onore che un onere. Marco Crespi sarà il perno della nostra stagione. Sapete che i nostri obiettivi restano massimi, la società lo sta dimostrando. Si sta lavorando per allestire una squadra che abbia le capacità per proseguire il cammino intrapreso negli ultimi anni avviato da Alessandro Ramagli, che ringraziamo per il suo lavoro e sulle cui basi stiamo costruendo un ulteriore piano». Così Sandro Bordato, vicepresidente della Scaligera Basket, alla presentazione di Marco Crespi, nuovo allenatore della Tezenis Verona, nella conferenza stampa di questa mattina, venerdì 3 luglio, a Casa Vinicola Sartori di Negrar in Valpolicella. Presenti, oltre al responsabile dell’area tecnica Giorgio Pedrollo, anche l’amministratore delegato Paolo Righetti, il direttore sportivo Gianluca Petronio e il direttore dell’area organizzativa Andrea Sordelli.

«Il cambiamento non è così totale – ha sottolineato Giorgio Pedrollo – abbiamo preso il maestro di Ramagli, suo carissimo amico, ma soprattutto un uomo vero, concreto, che mette la faccia nelle cose giuste e sbagliate così come aveva fatto Ramagli. E, a detta di molti addetti ai lavori, l’allenatore più forte che c’è in Italia. Ringrazio soprattutto il lavoro certosino di Gianluca Petronio, senza di lui non sarebbe stato possibile avere Crespi. Abbiamo preso un allenatore reduce dalla finale scudetto con Siena, che ha avuto anche offerte americane compresa quella di Cleveland. È molto carico, un vulcano. Quello che ci serviva in questo momento».

«È un momento molto importante questa presentazione – le parole di Luca Sartori, co-titolare di Casa Vinicola Sartori – vedo che sia noi che la Scaligera Basket hanno obiettivi comuni, nel nostro dna c’è la competizione e il cercare di primeggiare in quel che facciamo. Entrambi vogliamo portare in giro il nome di una Verona buona e vincente, noi con i nostri vini e voi con uno sport molto bello come la pallacanestro».

Crespi: «Ci prepareremo a competere per vincere. Sono una persona che odia la retorica, voglio sempre dire le cose che penso e mai quelle che annoiano alla terza riga. Solitamente si dice che è un onore quando si arriva in una situazione nuova, in un club con una storia e in una città come Verona. Io non dico di essere onorato di essere qua, dico che ho il piacere di essere qua. Ringrazio la famiglia Pedrollo, Giorgio in particolare, che dal primo giorno in cui mi sono messo in macchina per venire a Verona mi ha fatto sentire importante. Mi sono messo in macchina non per il rapporto personale che negli anni ho sviluppato con Gianluca Petronio, ma per le sue qualità professionali perché sapevo che sarei andato in un club in cui il basket non viene parlato a livello superficiale ma analizzato giorno per giorno. Avete citato Ramagli. Lui per me è un fratello, non un collega, negli anni è nato con lui un rapporto umano di fratellanza nelle due esperienze vissute insieme. Siamo davanti a un campionato, come quello di LegaDue, a 32 squadre. Tutti quanti noi penso sappiamo di sport e dire che partiamo per vincere significa essere ignoranti di sport. Io vivo di sport, amo lo sport, lo sport vero, non lo sport dei trucchi. Il nostro obiettivo sarà prepararsi a competere per vincere. Voglio dire solo tre cose per dare l’idea di quello che vorrei aveste come identità del nostro percorso. La prima è l’emozione. Chi entra in un palazzetto, che sia il proprietario o il tifoso più lontano dal campo, cerca emozioni. Quindi, per la scelta dei giocatori, cercheremo persone che abbiano la capacità di vivere la loro professione e il loro modo di giocare con emozione. La seconda è l’appartenenza al prodotto. Oggi si parla di attaccamento alla maglia, di spogliatoio. Tutte frasi retoriche dette in modo superficiale. Credo che la motivazione del giocatore faccia la differenza in un campionato come questo dove le differenze di valori fra una squadra e l’altra sono minime. L’appartenenza al prodotto è il modo di giocare, significa rendere l’idea che ogni giocatore è protagonista di quello che fa e non gioca come dice l’allenatore. Ma se un giocatore sa che ogni giorno svegliarsi a Verona vuol dire appartenere a qualche cosa allora la sua motivazione sarà massima. Il terzo è il senso di urgenza. Se guardiamo una partita di pallacanestro le ultime difese degli ultimi cinque minuti sono le migliori. Dove si vede la mimica facciale, i muscoli tirati al massimo, la richiesta a sé stessi di produrre il meglio. Penso che le partite si perdono quando magari si è 20-10 alla fine del primo quarto con difese superficiali. L’obiettivo è che questo senso di urgenza non sia dettato dal risultato del tabellone, magari punto a punto a tre minuti dalla fine, ma ogni giorno quando si entra in palestra al mattino o al pomeriggio, o quando saremo 20-10 o 10-20. Per poter costruire qualcosa a livello di prodotto di gioco ogni persona che va in palestra deve sentirsi protagonista in allenamento. Se qualcuno non gioca mai non può appartenere al prodotto, ovviamente non tutti avranno lo stesso spazio e le stesse responsabilità ma per giocare un basket di energia e che sappia aggredire sia in attacco che in sifesa ognuno dei dieci giocatori deve avere l’occasione di sentirsi protagonista.
Siena? Come ho detto miliardi di volte l’esperienza di Siena è stata il realizzare il sogno che io avevo a 15 anni quando sognavo di fare l’allenatore di pallacanestro. È stata una favola, anche a livello di conduzione tecnica, veder giocare quella squadra. Come persona e come professionista».

Nella foto da sx Giorgio Pedrollo, Sandro Bordato, Marco Crespi, Luca Sartori